L’ANNO DEL CONIGLIO DI GIADA

Il grande paese asiatico ha mandato il “coniglio di giada sulla Luna”, ma qui sulla Terra deve affrontare le sfide legate ad un modello di sviluppo che si rivela sempre più insostenibile economicamente, socialmente ed ecologicamente. Dal modo in cui saprà affrontare tali sfide e superarle dipenderà non solo il raggiungimento della primazia economica ma anche il benessere di interi settori produttivi dell’economia mondiale che oramai dipendono dalle dinamiche dell’immenso mercato cinese. Il risultato finale di queste sfide è meno scontato di quello che si potrebbe immaginare ad un’analisi superficiale. I mercati azionari cinesi hanno mostrato performance deludenti. Non è solo un problema di rendimenti. Il mercato interbancario cinese per ben due volte quest’anno è stato sull’orlo del corto-circuito. E ai mercati finanziari bisogna prestare attenzione, perchè registrano fedelmente e con un certo anticipo le fratture che si sviluppano nell’economia reale.

Abbiamo chiesto all’amica Alexia di aiutarci a comprendere cosa sta succedendo in Cina, Con questo post, si completa quindi il quadro sui temi economici più rilevanti del 2014, affrontato da Alexia il 24 dicembre (http://italiancoffeehouse.it/?p=713) con un focus sui paesi sviluppati.

“In Cina, iniziano ad arrivare i primi dati precisi sullo stato delle finanze dei governi locali dello sterminato paese. Parlando di 2014, questo sara’ uno dei temi piu’ importanti dell’anno. Gia’ nel 2013- l’anno del tapering, l’anno della sottoperformance (che tutti si attendono continuerà) dei mercati emergenti vs quelli sviluppati, l’anno di Abenomics e del gov’t Shutdown, l’anno della grande performance per l’Italia (equity e FI) e per i periferici- si era cominciato a guardare con apprensione al gigante cinese e alla sua crescente leva: shadow banking, indebitamento del settore corporate (che vale il 100% del GDP…) e anche a quello governativo. I contorni del problema non erano pero’ ben chiari a nessuno, nemmeno ai cinesi. Se volete approfondire consiglio anche l’articolo apparso sul FT di oggi (http://on.ft.com/1dQ6GFQ).

Cosa e’ importante sapere:

1. Lo stock di debito governativo cinese, centrale e locale, non e’ preoccupante. In totale vale il 56% del GDP, e a livello locale il 33% del GDP.

2. Quello che preoccupa e’ la dinamica della crescita di questo debito: guardando il numero complessivo, dal 2010, al 2013, sembra che il debito sia cresciuto del 70%.

Ora, la nuova “survey” e’ molto piu’ capillare di quella eseguita nel 2010 e per questo, se paragoniamo mele con mele e pere con pere, il tasso di crescita (stando alle mie stime) e’ del 64%, ben maggiore del tasso di crescita del GDP. Per chi puo’ vedere il grafico, eccolo qui sotto:

debito cinese

3. L’altro tema e’ quello del costo di questo debito, che si aggira attorno al 7.5%, in linea con l’obiettivo di crescita del GDP (reale) per i prossimi anni. Quindi, in teoria, non eccessivamente allarmante, se il debito resta dove e’. Sicuramente piu’ preoccupante se il tasso di crescita del debito continua ai ritmi degli ultimi 2 anni e mezzo.

4. Va anche aggiunto che i Local Governmnent Financing Vehicles (LGFVs) cinesi non hanno nulla da invidiare ai migliori stilisti di moda, in fatto di creativita’. Anche se il governo ha stretto i cordoni del finanziamento tradizionale dei governi locali (le banche), questi hanno trovato modi alternativi di finanziarsi, ricorrendo a titoli, o a strumenti off-balance-sheet che, de facto, hanno neutralizzato le politiche di maggior rigore creditizio imposte dall’alto. Anche se Off balanche sheet, o non tradizionali, tutte queste forme di finanziamento godono dell’implicita garanzia governativa (cioe’ del governo centrale), e questo vale anche per quanto prestato ai governi locali dalle banche, che verrebbero prontamente salvate dal governo, in caso di default dei propri affidati LGFVs.

Cosa dovranno fare in Cina nel 2014?

a. Le entita’ governative locali si indebitano al fine di centrare gli obiettivi di crescita economica imposti dal governo centrale. Di questo se ne sono accorti gia’ nel Plenum di novembre, che ha individuato il debito locale come una delle “issues” da controllare nel 2014, anche attraverso la sottrazione dell’autonomia di spesa alle entita’ locali e la riduzione degli obiettivi di crescita.
b. Oltre a ridurre le spese, le entita’ locali dovranno avere maggiori entrate (tasse) e le aziende statali dovranno pagare dividendi locali. Tutto questo fino ad ora non esisteva.
c. Per evitare il deterioramento della qualita’ del credito delle LGFVs, e aumentare la stabilita’ delle loro fonti di finanziamento, il governo dovra’ incoraggiare il ricorso a strumenti (titoli obbligazionari), di lungo termine, legati a specifiche infrastrutture.

Il mercato continuera’ a monitorare con attenzione il livello totale di Credito in Cina, pubblico e privato. Quello Pubblico per i motivi gia’ detti, quello privato, perche’ gia’ elevato e anche perche’ i margini delle aziende cinesi si stanno erodendo, riducendo la capacita’ di servicing del debito. Per cui occhio ai numeri di Total Social Financing e anche al ritmo di crescita delle infrastrutture (tipicamente finanziate da debito). Resta, a favore del gigante Cinese, un surplus spaventoso di partite correnti e un tasso di risparmio domestico colossale. Ma per quanti soldi la Cina riesca a produrre, e’ la produttivita’ di questi risparmi che si sta inarrestabilmente erodendo… Un cattivo investimento resta tale indipendentemente dalla sua fonte di finanziamento e su questo si incentreranno le critiche e l’attenzione del mondo.

E con questo, non mi resta che augurarvi il meglio per il 2014: palla al centro, e si torna a giocare, sempre, questa bellissima partita che e’ la nostra vita.”

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