APPLE STA CERCANDO DI SVECCHIARE L’IMMAGINE?

Molti analisti non capiscono perché Apple abbia pagato 3 miliardi per acquistare Beats, la società creata da Dr Dre e J.Iovine, leader nella musica streaming e nelle cuffie. Molti di questi analisti probabilmente lavorano così tanto che sono incapaci di attaccare un chiodo, cambiare una lampadina e … usare il computer. A casa magari sfoggiano un super Mac ma lo usano poco e male, perchè se hanno qualche problema non riescono a chiedere aiuto al tecnico IT del loro ufficio. Forse avranno anche abbandonato il BB per l’iPhone, ma sono così imbranati da usarlo solo per leggere le email.
I motivi per i quale Tim Cook ha deciso per questa acquisizione sono abbastanza semplici. Iniziamo da quelli “seri”:
*) i download su iTunes sono in forte riduzione a favore di piattaforme come Pandora e Youtube; occorre differenziarsi sullo streaming, altrimenti rischi di saltare.
*) Dr Dre potrebbe facilitare accordi con le major americane.

Arriviamo ai motivi di “immagine”, quelli che interessano di più a una company come Apple:

*) fate un giro in qualche metropolitana di una grande città o anche una passeggiata in centro in qualche paesino: quanti ragazzini con cuffie colorate con una grande b rossa vedete?
*) avere un brand come Beats potrebbe svecchiare il marchio Itunes. Come ha notato un commentatore più sveglio degli altri: “Sebbene il temperamento da rockstar di Iovine possa arruffare qualche piuma nella Cupertino tech-centrica, può anche aiutare Apple a portare a casa importanti accordi commerciali con l’industria della musica, e nel contempo attirare i consumatori più giovani che gravitano attorno alle cuffie Beats

E se in realtà alla Apple si fossero resi conto che a dover essere svecchiato non è solo il marchio iTunes?

Parecchi anni fa, comprare Apple era un po’ come usare Linux. Si era “contro” lo strapotere Microsoft e bisognava essere in gamba per riuscire a stare al passo con chi invece lavorava su Windows. Ma da quando Apple si è dedicata alla produzione di beni di consumo, si sono rivolti ad Apple tutti quei “consumatori” che non hanno bisogno di creare contenuti e sono disponibili a spendere un sacco di soldi per qualcuno che gli fornisce il prodottino facile da usare e robusto. In cambio devono accettare di essere “prigionieri” dell’ecosistema di Apple. E pagano fior di quattrini per ottenere quello che gli utilizzatori Windows hanno gratuitamente. Una brutta fine per i “ribelli” della prima ora.

Forse Apple si sta rendendo conto che la sua base clienti inizia ad aguzzare l’ingegno e al posto di scaricare a pagamento una canzone da iTunes preferisce ascoltarla da YouTube, con tanto di filmato?

E adesso la domanda delle cento pistole. Se la clientela Apple inizia ad usare la testa, per quanto tempo ancora gli eredi di Jobs riusciranno a convincere qualcuno a pagare un sovrapprezzo così significativo per i loro prodotti?

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