COEURE’ OGGI IN BOCCONI: SOLUZIONI PER ARRESTARE LA DERIVA DEI SISTEMI-PAESE IN EUROPA

Magari non sarà noto al grande pubblico, ma Benoit Coeuré è il membro francese del comitato esecutivo della BCE, responsabile per le operazioni di mercato aperto. Quindi, dopo Mario Draghi è lui la persona più importante per un paese indebitato come l’Italia. Se mai dovessimo ricorrere all’OMT, sarà lui che gestirà le operazioni di salvataggio.

Oggi, ha parlato all’Universita’ Bocconi, aprendo una conferenza sul finanziamento della ripresa in Europa dopo la crisi e sul ruolo della banche. Vista la giornata, speravo in qualche battuta sulla direzione della politica monetaria e su eventuali reti di protezione ma niente da fare, il discorso è stato incentrato esclusivamente sullo stato avanzamento lavori in ambito “banking union”. Non che sia un tema meno importante (come ha detto il Rettore, dal modo in cui si realizzerà, dipenderà la soluzione alla frammentazione del sistema finanziario europeo), ma i tempi sono più dilatati.

Coeuré ha parlato in particolare della creazione di un meccanismo omogeneo in tutta Europa per gestire il default delle banche (“single resolution mechanism”,SRM). Tale meccanismo deve necessariamente integrare l’accentramento presso la BCE della vigilanza bancaria sui principali gruppi bancari europei (“single supervision”).

L’obiettivo del SRM e’ non solo quello di rendere meno onerosi per i contribuenti i costi delle crisi bancarie ma anche quello di evitare che uno Stato fiscalmente più solido possa sostenere implicitamente le proprie banche e creare così un vantaggio competitivo, contrario allo spirito del mercato unico. In altre parole, se una banca tedesca diventa insolvente a causa di una politica creditizia dissennata, lo Stato tedesco non può intervenire e “salvarla”, senza prima aver fatto pagare agli azionisti e al debito subordinato il prezzo del fallimento. La stessa regola vale ovviamente per una banca “periferica”, dove però lo Stato anche volendolo non può intervenire perchè non ha le risorse fiscali per farlo.

Questa è la regola del coinvolgimento minimale (minimum bail-in) che vale per qualsiasi banca nella Comunità: prima di comprare le obbligazioni di una banca, l’investitore dovrà valutare il merito creditizio della banca e non la forza dello Stato in cui la banca risiede. Nelle intenzioni della BCE, quindi, il costo del funding per le banche del Nord e del Sud Europa dovrebbe essere indipendente dalla robustezza dei relativi bilanci statali e quindi l’azienda tedesca e quella italiana che si rivolgono alla banca sotto casa dovrebbero pagare lo stesso tasso d’interesse, a parità di altre condizioni.

Allo stesso tempo, il principio del minimum bail-in (il fallimento porta necessariamente all’azzeramento degli azionisti prima che lo Stato intervenga) dovrebbe mitigare il moral hazard, cioè la tendenza ad assumere rischi eccessivi perchè tanto paga qualcun altro.

Qualche considerazione a caldo sulle tesi di Coeuré

Un primo effetto perverso del SRM sarà quello di un aumento del costo del funding per le banche europee. Non potrebbe essere altrimenti. Il rischio può essere redistribuito (dai taxpayer agli share/bond holders) ma non può essere eliminato. Quindi, un altro elemento destinato a rallentare la già anemica ripresa economica in Europa.

Aumentrà il rischio di contagio delle crisi bancarie, perchè le obbligazioni bancarie sono, dopo i titoli di Stato, l’asset class più presente nei portafogli di assicurazioni, fondi pensione, fondi comuni, famiglie, … Quindi, dovranno essere previste contromisure, di cui al momento non ci sono però dettagli.

Se è vero che le banche ridurranno la rischiosità degli impieghi (il che significa meno crediti alle imprese, non solo meno speculazioni), questo implicherà uno schiacciamento dei profitti: rendimenti più bassi degli attivi e costo più altro del passivo. Magari migliora lo Sharpe ratio, ma il rendimento atteso dell’investimento in azioni bancarie diminuirà.

Infine, se l’obiettivo finale è quello di tagliare il legame tra rischio sovrano e rischio bancario, l’SRM è un pura illusione. L’SRM può funzionare nell’isolare le finanze pubbliche dal fallimento di una banca medio-piccola. Se la banca è sistemica, o il paese ha le risorse fiscali per salvarla o dovrà ricorrere all’aiuto dell’Europa. Ma soprattutto l’SRM non risolve il legame che va dai titoli di Stato alle banche. Se le banche investono una parte consistente dei propri attivi nei titoli dello Stato in cui sono residenti, come si potrà mai realizzare il sogno di ri-unificare i sistemi finanziari nazionali? E cosa succede al debito dei paesi periferici se le banche nazionali dovessero essere costrette a disinvestire i loro portafogli?

La mia conclusione è quindi che, se il debito pubblico in Europa non viene mutualizzato, il sistema finanziario rimarrà frammentato, con gli effetti che questo ha sulla competitività relativa dei sistemi paese. L’SRM è un palliativo, che non modificherà più di tanto lo sconvolgimento del mercato unico che si è venuto a creare con la grande crisi. Quindi, o si mutualizza il debito o si procede senza ripensamenti e con rapidità lungo la strada del consolidamento fiscale. Tertium non datur.

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