CUCCHI: VERGOGNARSI DI ESSERE ITALIANI

Ci vergogniamo di essere italiani. Non ci sono parole per esprimere l’indignazione che proviamo di fronte alla sentenza di assoluzione nei confronti di tutti gli imputati, soprattutto di quelli che appartengono ad un corpo militare o di polizia. Le fotografie non lasciano il minimo dubbio. Le fotografie sono così sconvolgenti, che abbiamo preferito pubblicare una vecchia foto che lo ritrae felice con i suoi coraggiosissimi familiari.

Nel mondo del lavoro, quello “normale”, se si commette un errore (per non parlare di un reato) e non si trova il colpevole materiale, si punisce il responsabile operativo fino ad arrivare all’Amministratore Delegato, se non ha approntato le giuste contromisure.

Non possiamo credere che nella Pubblica Amministrazione questo principio non si applichi. Chi di noi ha fatto il militare sa che, se succede qualcosa durante un turno di guardia o una missione, a pagare le conseguenze è non solo l’esecutore materiale ma anche l’ufficiale responsabile. Riprendiamo di seguito due articoli del codice di disciplina militare del 18 luglio 1986, n. 545:

Art.57, comma 1
Costituisce infrazione disciplinare punibile con una delle sanzioni disciplinari di corpo, salva l’applicabilità di una sanzione disciplinare prevista dalla legge di Stato, ogni violazione dei doveri del servizio e della disciplina indicati dalla legge, dai regolamenti militari, o conseguenti all’emanazione di un ordine.

Art.60, comma 4
Nel caso di concorso di più militari nella stessa infrazione disciplinare è inflitta una sanzione più severa al più elevato di grado o, a parità di grado, al più anziano.

Qui, è in gioco il codice d’onore dei militari italiani e su queste cose non si scherza.

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