E’ finita la bufera?

Inizio settimana iniziato all’insegna del segno verde. Quel colore che sui monitor degli operatori indica che le borse si stanno riprendendo, e non solo quelle.
Venerdì scorso è iniziato il recupero, con gli indici americani che mettono a segno un +2%, dimezzando le perdite da inizio settimana (si chiude a -1%). Le borse europee seguono a ruota e aprono belle pimpanti (+3%) così come il Giappone (+7%) e la Cina (+3%).
E quindi cosa è successo? Di fatto il “trigger” (il grilletto de noiartri) è stata la mossa a sorpresa di Deutsche Bank che ha dichiarato che comprerà 5 miliardi di Euro di obbligazioni senior. Prova di forza del panzer tedesco: “Qualcuno teme che le nostre obbligazioni vadano in malora? Noi no e ce le ricompriamo, tanto abbiamo 215 miliardi di riserve di liquidità”.
Poi il Draghi cinese (Zhou Xiaochuan) che dice “Tranquilli, non è necessario che lo Yuan si svaluti, anzi. E poi faremo di tutto per non ostacolare la libertà di movimentazione dei capitali”. Detto fatto, Yuan che si apprezza di colpo tornando ai livelli di inizio anno e la borsa che mette le ali.
Come prezzemolo ci mettiamo dati macroeconomici non malvagi (in particolare le vendite al dettaglio negli Stati Uniti uscite meglio del previsto), dati sul GDP nell’area Euro tiepidi (da segnare invece una riaccelerazione dell’economia in Est Europa che con un +3.5% anno su anno sbiadisce il +1.2% dell’Eurozona) e il petrolio che risale a quasi 30 dollari al barile. Infine, ciliegina sulla torta, la Commissione Europea annuncia un ulteriore ritardo (un anno) nell’implementazione della direttiva MIFID II. Notizia sfuggita ai più ma che in sostanza è un ulteriore boccata di ossigeno per le banche e gli intermediari finanziari.
Et voilà il rimbalzo è servito. Durerà? Ma si dai, questa settimana grosse sorprese non dovrebbero arrivare. Poi con calma ci sarà il tempo di tornare sulla vicenda Deusche Bank e i sui 52 trillioni di esposizione sui derivati (roba che manco zio Paperone poteva concepire), sui tentennamenti delle Banche Centrali e sulla crescita che non decolla.

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