Da come si sta comportando il mercato in questi primi giorni dell’anno, sembra che il 2014 possa finalmente diventare l’anno in cui ci mettiamo alle spalle la paura di un imminente “euro break-up”. In realtà , sappiamo che ci sono molti politici abilissimi, magari inconsapevolmente, nel risvegliare le nostre paure. Ma per ora il teatrino della politica europea è occupato solo dall’innocuo spettacolo delle cadute e delle torte in faccia messa in scena dal Circo Letta&Saccomanni. Più pericolosi saranno gli appuntamenti primaverili con le Europee e quelli autunnali con i referendum separatisti in Scozia e Catalogna.
Godiamoci quindi questi numeri. Lo spread BTP-Bund a 10 anni ha conquistato quota 200 e sembra intenzionato a tenerla. Spesso ci dimentichiamo di guardare alle scadenze più corte, ma vale la pena ricordare che il 2y italiano rende solo l’1% e il 5y il 2,46%: siamo ai minimi dall’inizio dell’euro e quindi ai minimi assoluti di sempre! E se fossimo solo un po’ più credibili politicamente (e caro ministro Saccomanni la colpa è anche del suo governo non solo delle maggioranze ballerine) a quest’ora potremmo essere ben al di sotto della Spagna che in questi giorni ci sta distanziando soprattutto sulle scadenze più lunghe.
Impressionante è anche la progressione del Portogallo che oggi è tornato sul mercato con una emissione a 5 anni che ha raccolto una domanda 10 volte superiore alla domanda. Il Portogallo che è sotto programma, che fino a pochi mesi fa non aveva la minima speranza di accedere al mercato, adesso rende meno del 4% sulla scadenza a 5 anni. Per non parlare dell’Irlanda è a 3,52% sulla scadenza decennale, a -0,5% rispetto al BTP e a + 1,6% rispetto al Bund. E qualcuno sta tornando ad investire in titoli governativi greci….