Avevamo annunciato lo scorso 9 febbraio (vedi qui) che GoPro era pronta per l’IPO. E avevamo avvertito di stare pronti per una bolla eroica. E la cosa si è puntualmente verificata. Giovedì scorso, GoPro ha debuttato in Borsa con un bel +20% rispetto al prezzo dell’IPO (24$, massimo della banda indicata 21-24) e venerdì ha aggiunto un altro 14% per chiudere la sua prima settimana di trading a $35,76: +49% rispetto al prezzo dell’IPO.
Solo 4 mesi fa, il Financial Times stimava l’azienda attorno a 2,5 mld di US$. Al prezzo dell’IPO è stata valutata 3,6 mld (+44% rispetto alla valutazione di 4 mesi fa fatta dal FT), mentre al prezzo di chiusura di venerdì dovrebbe valere 4,3 mld (+74%).
Tenendo conto che nel 2013 GoPro ha fatturato $986 milioni e realizzato un profitto netto di $60,6 ne deriva che ci vogliono 72 anni prima che i profitti generati dalla vendita delle telecamere sportive possano ripagare l’investimento fatto oggi.
Evidentemente, il mercato pensa che GoPro possa continuare a crescere ai ritmi strabilianti degli ultimi anni. Ma il mercato sbaglia. La crescita di GoPro è dovuta alla scoperta di una nicchia di mercato (quella delle telecamere “sportive”) che i competitor hanno già individuato e stanno invadendo. Già oggi all’Unieuro ho visto il prodotto alternativo della Sony (identico a quello di GoPro, ma con un prezzo inferiore di 1/3) e quello della Garmin (superiore, ma ad un prezzo simile).
L’uomo raffigurato in foto è il fondatore di GoPro, che adesso è miliardario. Sarà l’invidia, ma il fatto che assomigli ad uno dei Teletubbies ci fa pensare che facciamo bene a consigliare di stare alla larga dal titolo. Compratevi pure la cinepresa ma utilizzatela per filmare mentre vi tuffate dalla cima di una montagna, non per registrare mentre vi spezzate (finanziariamente parlando) l’osso del collo con le azioni di GoPro.