HABEMUS “TAPERING”

Ieri sera, dopo una serie di fumate nere, la FED ha rotto gli indugi e ha annunciato l’inizio del “tapering” (il rientro cioè dalle politiche non ortodosse di sostegno ai mercati e all’economia montate all’indomani del fallimento di Lehman Brothers), sorprendendo il mercato che si era posizionato per il meeting di marzo, subito dopo l’insediamento ufficiale di Janet Yellen al posto di Bernanke. La reazione di Wall Street è stata comunque molto positiva, perché la FED ridurrà solo marginalmente la liquidità che immette nel sistema: rispetto agli attuali $85 mld/mese (per avere un termine di paragone è come se ogni mese la BCE finanziasse un anno di deficit pubblico italiano) si passerà a $75 mld/mese. Inoltre, la FED ci ha tenuto a sottolineare che la politica di tassi zero proseguirà ancora per molto tempo, ribadendo una indicazione (“forward guidance”) estremamente accomodante anche qualora il tasso di disoccupazione dovesse scendere sotto il livello soglia del 6,5%.
La Yellen manterrà la parola e inizierà a serrare veramente i rubinetti solo tra un paio d’anni? Personalmente, non ne sono convinto. L’economia americana è molto flessibile, si può assumere e licenziare con molta più facilità che in Europa. Una volta che le aspettative di ripresa si siano consolidate, è questione di pochissimo tempo scalare i piani di assunzione del personale. Quindi, nessun timore di strette serie per tutto il primo semestre del 2014. Ma, se anche il settore pubblico dovesse iniziare a contribuire positivamente, il secondo semestre potrebbe vedere gli idraulici della premiata ditta Yellen muoversi freneticamente a chiudere i rubinetti della liquidità!

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