IL MERCATO DAL BRACCIO D’ORO: 3 ANNI PER RAGGIUNGERE UN ACCORDO A WASHINGTON E …

Ci sono voluti 3 anni per raggiungere un accordo tra Repubblicani e Democratici sulla legge di Bilancio e la Borsa americana festeggia … con bel ribasso! La notizia in realtà è eccellente per l’economia reale: si pone fine al “sequester” che ha bloccato i piani di spesa delle agenzie federali e si evita il pericolo che a febbraio si possa ripetere il dramma dello “shutdown” vissuto in ottobre (con annesso rischio di default causa raggiungimento del debt limit).

La ragione per cui il mercato ha reagito negativamente sta proprio nella positività della notizia. Se il settore pubblico inizia a contribuire positivamente alla crescita economica, il PIL USA dovrebbero recuperare gli 1,5 punti percentuali che alcuni stimano siano stati persi quest’anno a causa del “sequester”. Visto che il PIL USA ha registrato un + 1,8% a.a. nel terzo trimestre (+3.6% t.t. annualizzato), la crescita USA nel 2014 potrebbe posizionarsi nella fascia 3%-4%. Un ottimo risultato quindi per l’economia USA. Peccato che una crescita di queste proporzioni non sia compatibile con le misure straordinarie di stimolo monetario che la FED ha approntato negli anni scorsi, abbassando i tassi a zero (minimo storico di qualche centinaio di anni) e pompando liquidità nel sistema al ritmo di $85 mld al mese (Quantitative Easing, QE ).

Uno dei motivi per cui Bernanke non ha proceduto a ridurre la quantità di liquidità (“tapering”) a settembre, quando tutti se lo aspettavano, stava proprio nella preoccupazione, rivelatasi corretta, che i parlamentari USA non avrebbero raggiunto l’accordo, scatenando ad ottobre lo shut-down delle agenzie federali con il rischio di far deragliare la ripresa economica, ancora troppo fragile.

Ne deriva che la probabilità di un inizio anticipato del “tapering”, magari già in occasione del FOMC di settimana prossima. Visto che i corsi azionari (e obbligazionari) sono stati sostenuti dal doping di una politica monetaria ultra-loose, la reazione negativa dei mercati all’ottima notizia proveniente da Washington si spiega facilmente. A questo punto, ai mercati non rimane che sperare che la Yellen imponga di aspettare il suo insediamento prima che inizi il razionamento della “droga” monetaria.

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