Inizia il viaggio di Renzi nelle capitali europee. Uno dei punti critici riguarda la manovra di riduzione dell’Irpef (10 mld all’anno) finanziata in deficit. Negli argomenti a supporto della manovra chiunque abbia studiato macroeconomia ha sentito riecheggiare il “moltiplicatore della domanda”. Renzi ha infatti parlato di propensione al consumo (quando ha affermato che i 100 euro in busta paga verrebbero immediatamente spesi e non risparmiati), la Commissione ha ribadito di fare attenzione all’impatto sulla bilancia dei pagamenti (quando si è fatto cenno al fatto che i maggiori consumi potrebbero dirottarsi verso beni esteri). Infine, mentre lo stimolo è di 10 mld, l’impatto sul deficit è di soli 6 mld (quando si parla di “non sforare comunque il deficit”).
Il moltiplicatore è una delle prime magie della domanda aggregata che gli studenti di Macro 1 imparano. Nel mio vecchio Dornbusch-Fischer (edizione1980, traduzione di un giovanissimo …. Fabrizio Barca!) compare a pagina 84. Ricordo ancora lo stupore, la difficoltà nel capirne il funzionamento contro-intuitivo e poi l’orgoglio di avere finalmente uno strumento che mi avrebbe distinto dalle chiacchiere da bar sull’economia. Andando più avanti negli studi compresi che lo strumento aveva molte limitazioni e poi non era così magico. Sta di fatto che ancora oggi, soprattutto in situazioni di forte disoccupazione e carenza di domanda, tutti gli economisti in un modo o nell’altro ne fanno un uso più o meno esplicito.
L’idea alla base è che uno stimolo fiscale si può propagare nel sistema economico, stimolando una domanda “latente” senza influenzare i prezzi (per questo è importante che si sia in una situazione di forte disoccupazione). La spesa dei beneficiati va ad alimentare il reddito dei produttori che a loro volta rispendono i soldi guadagnati e questo genera nuovi consumi etc etc in una spirale positiva. L’aumento non è infinito perché (anche senza immaginare vincoli di offerta) ad ogni “giro” una parte delle risorse si perde in risparmi, tasse e importazioni. Da qui anche l’affermazione di Renzi per cui se la spesa iniziale è di 10 mld, in realtà attraverso il recupero delle tasse (ad ogni giro del moltiplicatore) il deficit si riduce a 6 miliardi.
E’ più difficile a dirlo che non a calcolarlo. Per questo abbiamo creato un file excel (vedi qui, è il file allegato al punto 6) con cui potete giocare e provare a rifare i calcoli in tasca a Renzi e alla Commissione. Buon divertimento!
Il file in excel è notevole!
Grazie
ciao