Passerà alla storia come il più grande truffatore di tutti i tempi. Un uomo capace di creare un buco superiore a 50 miliardi di dollari (circa 37 miliardi di euro, quasi 10 IMU). Ci son cascati dentro tutti. Per fortuna i danni degli investitori italiani sono stati limitati (Unicredit ha perso circa 75 milioni di euro, Banco Popolare 8 milioni), poco o nulla a confronto dei 450 e rotti milioni della francese Natixis, della spagnola BBva (300 milioni) fino ad arrivare ai 7.5 miliardi di dollari della Farifield Greenwich Group. Uno scandalo ancora più eclatante del London Whale Gate.
Ma come diavolo faceva? Semplice, utilizzando uno schema inventato da uno dei primi cervelli italiani in fuga negli USA, Charles Ponzi, che nel primi del 900 iniziò con l’infinocchiare gli emigranti italiani e finì con far fessa mezza nazione (iniziò raccogliendo 2 dollari e finì con 15 milioni).
Il funzionamento è semplice. Vai dal vicino di casa e gli dici che stai raccogliendo soldi per investimenti di varia natura che garantiscono un rendimento pari al 10% all’anno. Dopo 6 mesi inizi con il restituire già i primi guadagni. L’investitore è contento, investe altri soldi e attiva il passaparola. Quando le cose vanno bene (ossia gli investimenti rendono di più di quanto promesso) non c’è problema, quando invece iniziano ad andar male parte dei soldi raccolti vengono utilizzati per pagare i dividendi. Tanto ogni giorno raccogli denaro fresco dai nuovi investitori.
Il gioco dura fino a quando una parte consistente degli investitori non ti chiede i soldi indietro. A quel punto possono iniziare le grane. Così è stato per Charles Ponzi e poi lo è stato per Bernie Madoff.
Ma a questo punto è lecito chiedersi: “va bene un buco da 10 milioni di euro, quello del promotore finanziario che scappa col malloppo, ma qua stiam parlando di due manovre finanziarie!!!”.
Dal carcere di Burtner, dove sta scontando i 150 di pena, il buon Bernie inizia a vuotare il sacco. Spiegando come tutto questo sia stato possibile. In un recente articolo del WSJ iniziano a trasparire alcune perle, che vogliamo condividere.
“gli investitori mi chiedevano come riuscivo a realizzare certi guadagni e io non rispondevo. Alla fine si si fidavano di me e basta”.
“le banche erano a conoscenza di questa truffa e son state complici per anni”
“ la truffa è durata per tanti anni perché i revisori non verificavano l’esistenza degli attivi presso le banche depositarie; se mi avessero controllato mi avrebbero beccato”
“gli stimoli monetari della FED rappresentano la più grossa manipolazione che abbia mai visto”
Certe frasi sono abbastanza esplicative, non serve commentarle. La storia è simile a quella di Lance Armstrong. Vittima o carnefice? Entrambe. Fa comodo a tanti puntare i riflettori sul capro espiatorio, allontanandoli dai vari conniventi. Di sicuro da leoni feriti avranno qualche sassolino nella scarpa che si vogliono togliere e magari questa volta i riflettori si sposteranno verso chi ha permesso questo circo.