IL POST CHE STA SBANCANDO IN RETE

Roberto Orsi, un blogger di LSE, ha pubblicato un intervento che sta battendo i record di condivisione per i post di natura economica. La tesi è che l’Italia, a causa dell’insipienza della sua classe dirigente, è entrata in una spirale di declino e caos da cui non potrà più uscire, perchè è vincolata dai trattati internazionali (da Maastricht al Multifibre) che ha firmato nel passato. La perdita di giovani di talento non fa che accelerare il declino e l’avvicinarsi dell’ora X.

Come Italian Coffee House non condividiamo visioni catastrofiche per l’Italia, per quanto ben argomentate. Soprattutto, se la soluzione implicita è un reverse engineering rispetto all’euro e alla globalizzazione. I nostri mali non stanno nell’apertura ai commerci internazionali o nell’euro. Al contrario, è nella globalizzazione che l’Italia può e deve ritrovare la chiave del successo. Come il FT ha scritto pochi mesi fa, l’Italia è forse la nazione che esercita il maggiore soft-power nei confronti del resto del mondo. Basta pensare a come Londra si sia italianizzata negli ultimi decenni. Quando ho fatto il MSc/MPhil a Londra c’erano due soli posti dove potevi bere un caffè espresso: Heathrow e il Bar Italia. C’erano poche (pessime) pizzerie e non c’era una gelateria. Adesso, ogni volta volta che torno a Londra, sono colpito da come abbiano sposato le nostre abitudine nel cibo, nel vestire, nel modo di vivere la città. Se ci siamo riusciti a Londra, dove c’è la competizione di tutte le culture mondiali, perchè non dovremmo riuscirci in Cina, in Giappone, in Brasile, … ? Per fare leva sul soft-power e trasformarlo in aziende, esportazioni, multinazionali … dobbiamo aprirci completamente alla globalizzazione e dobbiamo sposare Internet. Internet consente di superare le limitazioni organizzative che abbiamo noi italiani (rispetto ad esempio ai tedeschi). Internet è perfetto per le multinazionali tascabili italiane. Internet è destrutturato, anarchico come siamo noi. E’ quello il Mare Nostrum su cui dobbiamo salpare, senza troppi timori.

Ma non vogliamo essere solo visionari all’Italian Coffee House. Ci sono anche hard data, a sostegno della anti-tesi che l’Italia non è destinata necessariamente al default. E non vogliamo fare riferimento alle solite eccellenze del settore privato (seconda manifattura d’Europa, moda, meccanica di precisione, …..) . Facciamo pure riferimento al settore pubblico. L’Italia è uno dei pochi paesi ad avere la forza di sostenere un avanzo primario. L’Italia ha già fatto le riforme del sistema pensionistico, che gli altri paesi devono ancora affrontare. Il sistema pubblico italiano non è tutto inefficienza e corruzione. Ad esempio, il sistema sanitario nazionale è uno dei migliori al mondo e forse il più cost-efficient. Certamente, ci sono ancora sprechi, ci sono regioni dove non funziona bene. Ma ci sono ampie regioni (non singoli ospedali) dove l’assistenza sanitaria è al top mondiale. E per le patologie più gravi è tutto gratuito.

Con questo non vogliamo sposare una visione ottimistica. I problemi che ha l’Italia sono enormi, ma la soluzione non sta nel rinchiudersi in se stessi. Al contrario, dobbiamo aprirci agli investimenti esteri, come non abbiamo mai avuto il coraggio di fare. Ma è stata colpa della tassazione se non abbiamo mai consentito ad aziende automobilistiche estere di fabbricare auto in Italia? La colpa è stata di una classe dirigente, pubblica e privata, che ha ingannato gli italiani, confondendo l’italianità del lavoro con l’italianità della proprietà. Ma questa classe dirigente sta crollando. Alle primarie del PD non partecipa alcun volto “vecchio”. Il PdL si è finalmente liberato di Berlusconi. Al governo ci sono due leader con meno di 50 anni. Il salotto buono della finanza oramai non esiste più. Si è affermato un movimento politico,il M5S, che è rivoluzionario nei modi di fare politica e questo sta influenzando anche il modo in cui i partiti più tradizionali stanno strutturando il processo decisionale. Si stanno sciogliendo patti di sindacato storici. Aziende importanti stanno passando ad investitori esteri. Ci manca un Thatcher-moment, ma noi di Italian Coffee House preferiamo pensare che si stia avvicinando, e anche velocemente.

http://blogs.lse.ac.uk/eurocrisispress/2013/10/08/the-demise-of-italy-and-the-rise-of-chaos/

ZMG_20131021_Ita

Share Button

Rispondi