JOB ACT- EQUIPARARE IL PUBBLICO AL PRIVATO – QUESTO E’ RIVOLUZIONARIO

Si discute in questi giorni della rivoluzione che il Job Act proposto dalla nuova segreteria PD provocherebbe nel mondo del lavoro italiano. Gli elementi di novità sono indubbi: finalmente, la proposta Boeri-Ichino-Garibaldi entra a far parte della piattaforma politica di uno dei principali partiti italiani. Il modello a tutele crescenti lo sposiamo in pieno. Bisognerà mettere a punto i dettagli, ma questo non è il momento di focalizzarsi sui punti “minori”. Adesso è il momento di concentrare l’attenzione sui grandi obiettivi ed assicurare la sopravvivenza dell’Italia nel novero delle grandi nazioni industrializzate. La rivoluzione del mercato del lavoro in Italia non può considerarsi completa se il “pubblico” rimane una roccaforte di privilegi e di inefficienza. Il problema maggiore dell’Italia non è infatti l’art 18 (che non si applica alla stragrande maggioranza del settore privato italiano, per dimensione fuori dallo Statuto dei Lavoratori) ma l’inefficienza della burocrazia pubblica. Dipendenti pubblici inamovibili. Dirigenti pubblici che non possono essere de-mansionati e men che meno licenziati, nemmeno di fronte alla più palese incapacità. E’ una questione di giustizia e di efficienza economica: la stessa flessibilità che viene richiesta ai lavorati del “privato” dovrà essere replicata sul “pubblico”. Il numero di lavoratori dipendenti pubblici è di circa 3.3 mln, pari a quello dei dipendenti privati che lavorano nelle aziende con più di 250 addetti. D’altro canto, quando i pensionati pubblici hanno avuto bisogno, il fondo dell’INPS ha ripianato quasi 10 mld di buco dell’INPDAP nel 2012 e chissà quanti ne dovrà ripagare nei prossimi anni. Escludendo categorie particolari (magistrati, militari, forze di polizia), tutti gli altri dipendenti pubblici (insegnanti, professori universitari, dipendenti ministeriali, ….) devono avere lo stesso identico contratto lavorativo dei dipendenti privati. Per quale motivo, il giovane Marco, assunto dall’azienda xyz, per tre anni non dovrà essere tutelato, mentre suo fratello Filippo, assunto dal ministero è invece completamente tutelato da subito?

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