LA BACCHETTA MAGICA DEL PAGAMENTO DEI DEBITI DELLA PA

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare … pare che abbiamo trovato il modo di aumentare la spesa pubblica senza sforare il rapporto deficit/PIL. Il trucco è fare in modo che la PA paghi in ritardo i propri fornitori, di modo che la spesa corrente si trasformi in debito. La Commissione Europea (con l’assenso della Merkel) ha acconsentito una volta (l’anno scorso), e adesso il governo Renzi spera in un secondo round.

Come è noto, la PA italiana paga in ritardo i propri fornitori e in questo modo ha accumulato uno stock di debiti che a fine 2012 ammontava a circa 50 mld di euro. Dal momento che i conti pubblici nella contabilità tradizionale (tipo quella delle statistiche Bankit ) girano per “cassa”, fino a quando il dovuto non viene liquidato ai fornitori, sia il deficit sia il debito pubblico non si muovono. I conti pubblici nella versione Eurostat (quella usata dalla Commissione per tenerci sotto controllo) sono invece impostati per competenza e quindi dovrebbero tener conto della spesa corrente effettuata ma non ancora pagata. In realtà, nessuno sa a quanto ammontino le spese in ritardo (la Banca d’Italia stimava per esempio che i crediti delle PA fossero 90 mld a fine 2012, contro appunto i 50 mld stimati dal governo Letta) e quindi è probabile che si faccia una correzione ex-post per competenza nel momento in cui si registra il movimento per cassa.

Prendendo il caso dei debiti della PA pagati da Saccomanni nel 2013, i debiti avrebbero dovuto essere ri-attribuiti agli anni 2012, 2011 o 2010 per competenza, facendo lievitare ex-post il deficit del 2012, 2011, … Ovviamente, questo avrebbe invalidato l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. La Commissione Europea, mossa a pietà nei nostri confronti (e della Spagna), ci ha abbuonato la ri-attribuzione ex-post per competenza. Quindi, abbiamo avuto che i circa 20 miliardi di debiti della PA pagati da Saccomanni non sono passati per il deficit e hanno solo impattato il debito pubblico. Dal momento che a livello europeo si monitora il deficit e non il delta del debito, la compassionevole Europa ha chiuso un occhio sulla reale dimensione del deficit italiano.

Da notare che questo consente di migliorare il deficit anche per un’altra via. Se le tasse (es. IVA) eventualmente pagate dai fornitori a fronte dei pagamenti ricevuti devono essere registrate per competenza e quindi non possono essere utilizzate per ridurre il deficit di quest’anno, tutti i rivoli successivi dai fornitori ai sub-fornitori, ai dipendenti, al macellaio, … (l’effetto moltiplicatore) dovrebbero generare IVA, Irpef, … registrati per cassa e per competenza nell’anno in corso.

Cosa ha chiesto in cambio la Commissione Europea in cambio di questo regalone? A Bruxelles hanno chiesto che la PA italiana a partire dal 2013 paghi con puntualità i propri fornitori.

Cosa ha fatto la PA italiana? Se ne è fregata, e adesso rischiamo una multa (Tajani ce lo ha preannunciato).

Quindi, il governo Renzi si trova adesso un potenziale tesoretto in mano: i debiti accumulati dalla PA nel 2013. E, come si evince dal discorso al Senato, proverà a ripetere il trucco del 2013 chiedendo a Bruxelles la seconda sanatoria. Staremo a vedere se la Merkel anche questa volta ci vorrà dare una mano.

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Un pensiero su “LA BACCHETTA MAGICA DEL PAGAMENTO DEI DEBITI DELLA PA

  1. Ho come la sensazione che la mano arriverà senza problemi. Quello che non non capisco è perchè non si sblocchi il patto di stabilità dei comuni: chi ha soldi dovrebbe poterli usare per pagare questi debiti, o no?

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