LA FRANCIA RISCHIA DI AZZOPPARE DRAGHI

Non fatevi ingannare dal timing del crollo delle borse europee. Non c’entra nulla Draghi, la cui conferenza stampa è stata un “non event”, tantomeno i black-block napoletani. E’ la Francia, con le scellerate parole di sfida del ministro Sapin, ad aver innescato la valanga di vendite che, con la riapertura dei mercati americani, si è riversata sull’Europa. Il nostro Matteo era a Londra e avrebbe avuto la scusa per non dir nulla, ma non ha saputo resistere. Conta fino a 10 Matteo e rifletti prima di parlare.

Le dichiarazioni del Ministro francese hanno colpito, anche perché poco più di un mese fa Hollande aveva dato il benservito al ministro Montebourg per essersi espresso più o meno in toni simili nei confronti della Germania e dell’Europa. Il fatto che la Francia non rispetti gli impegni europei è risaputo, ma lo ha fatto sempre ex-post. E quando le era impossibile farlo ex-post, ha sempre concordato (e ottenuto) da Bruxelles una deroga ex-ante. Dire apertamente che gli impegni non saranno rispettati, senza concordare nulla con Bruxelles, è una vera novità per l’Eurozona. E’ vero che l’aveva fatto in passato anche Matteo, ma era chiaro che stava parlando agli elettori italiani e comunque non ha mai fatto seguire i fatti alle parole. Tant’è che i nostri compitini (magari con qualche clausola di salvaguardia di troppo e con fantasiose ipotesi di spending review) li stiamo facendo.

Quale è il rischio della mossa francese e della creazione di un asse franco-italiano che sfida Bruxelles e la Germania?

In primo luogo avremmo un problema istituzionale. Il contrasto tra uno o più paesi membri e la UE è teoricamente sanzionato attraverso un sistema di multe e penali. Ma in pratica nessuno può sapere cosa succede se un paese del calibro della Francia decide di violare le indicazioni e si rifiuta di pagare le multe o di uniformarsi. E’ immaginabile che la UE espella la Francia? Come nel caso della crisi greca, viene da dire che … lo scopriremo solo vivendo.

Se ci limitassimo alle problematiche istituzionali, potremmo goderci lo spettacolo in TV, seduti sul divano. Alla fine, si tratta di pochi decimali.

Il vero problema sta nell’azione anti-crisi della BCE, che potrebbe venire bloccata da un confronto tra Francia e Bruxelles. Draghi riuscì a salvare l’euro nell’estate del 2012 perché la Spagna e l’Italia si impegnarono in un durissimo programma di consolidamento fiscale. Ricevuto il via libera dalla Merkel, potè pronunciare la famosa frase “whatever it takes”. Non è solo una questione di appoggio morale, è anche una questione pratica. La BCE per agire sul mercato deve dare mandato alle banche centrali che fanno parte dell’Eurosistema. La più importante di queste è la Bundesbank. Se la BCE dovesse dare l’ordine di attivare l’OMT, cioè l’acquisto di titoli di stato, per fermare un attacco speculativo contro i paesi periferici, la Bundesbank dovrebbe essere in prima linea e partecipare per circa il 20% all’operazione. Cosa succederebbe se la Bundesbank si dovesse rifiutare di agire sul mercato? E se la Francia si rifiuta di seguire le indicazioni di Bruxelles, perché la Bundesbank deve necessariamente obbedire a Draghi?

Draghi è intelligente e non si metterebbe mai nella posizione di ricevere un rifiuto dalla Bundesbank. Ma questo significa che sarebbe condannato all’inazione.

 

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Un pensiero su “LA FRANCIA RISCHIA DI AZZOPPARE DRAGHI

  1. siamo sicuri che, tecnicamente, la BCE deve passare per la bundesbank per intervenire sul mercato aperto in acquisto di titoli di stato? non potrebbe usare altre BCN? in USA fa tutto la Fed di New York.
    ciao.
    angelo

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