LA POLITICA MONETARIA DELLA BCE E IL RISCHIO DEFLAZIONE

Per molti sentir parlar di “rischio deflazione” potrebbe suonare strano. Ma come, il rischio dovrebbe esser quello di aumento dei prezzi, una loro diminuzione sarebbe assolutamente auspicabile!
E invece no. Se oggi vedo che il prezzo di un bene inizia a scendere, probabilmente ritarderò le mie decisioni di acquisto, innescando una spirale negativa. Non consumo perché i prezzi scenderanno, le aziende riducono i prezzi e quindi anche i costi (tra cui i salari) e la domanda di credito. Visto che siamo già alla canna del gas forse è un rischio che sarebbe meglio evitare.
Come fare per scongiurarlo? Una via è quella di ridurre i tassi di interesse. E se siamo già a zero? In questo caso i tassi potrebbero diventare negativi (non sarebbe la prima volta). Ci sono altre possibilità?
Per rispondere a queste domande, segnaliamo l’intervento di Rony Hamaui , apparso ieri su Lavoce.info. L’economista milanese, ex-responsabile dell’Ufficio Studi Comit nei primi anni ’90, analizzando la situazione macroeconomica europea e la necessità di intervenire per stimolare la ripartenza del credito, auspica che “alla prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce in programma per giovedì, non solo venisse decisa una riduzione del tasso principale di rifinanziamento, che oggi è allo 0,50 per cento, valore decisamente più alto di quello praticato da Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, ma che riprendesse avvio un nuovo programma di rifinanziamento a lungo delle banche. Il programma potrebbe anche comprendere una quota agevolata per quelle banche che si impegneranno ad aumentare i loro impieghi verso le piccole e medie imprese.”
Per i non addetti ai lavori, la proposta si traduce in una doppia mossa: abbassare il costo del credito all’economia e contemporaneamente aumentarne la disponibilità. Visto che con l’ultimo LTRO la liquidità fornita dalla BCE alle banche è andata a finire investita in titoli di Stato, la proposta di Hamaui è quella di vincolare le banche a dirottarne una parte in finanziamenti alle imprese e alle famiglie.

ZMG_20131106_Deflation2

 

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