LA TOP10 di BARRON’S

Non è nostra intenzione offrire consigli di investimento, ma siamo a fine anno e la sindrome da hitparade inizia a diffondersi tra gli operatori finanziari. Dimenticando il fatto che il Nobel per l’Economia è stato attribuito alla teoria dei mercati efficienti (che alle liste di titoli “favoriti” darebbe un valore di poco superiore a quello di un oroscopo), il clima prefestivo induce ad attività di intrattenimento in stile SuperTeleGattone. L’influente magazine Barron’s ha appena pubblicato la sua tradizionale Top 10 e, visto che in economia vale anche il famoso paradosso del beauty contest magistralmente descritto da Keynes, vale comunque la pena sapere come ragionano i migliori advisor americani nel momento in cui impostano i portafogli dei loro clienti per il 2014.

Nell’editoriale di accompagnamento si precisa che dopo un anno che ha visto i mercati azionari registrare performance superiori al 25% è difficile individuare titoli con buoni fondamentali e che siano anche “cheap”, visto che il loro obiettivo è quello di non “strapagare. Sono riusciti comunque ad individuare 10 titoli che elenchiamo qui di seguito con un nostro sintetico commento:

1) Settore minerario e petrolifero:
a. Barrick Gold: il settore aurifero è sotto pressione dopo che l’oro ha perso un terzo del suo valore dai picchi massimi raggiunti un anno e mezzo fa. Dell’oro ne abbiamo parlato in un precedente post. Se la FED inizia il tapering, il costo opportunità di detenere oro aumenterà a causa del rialzo dei tassi d’interesse. A meno che l’inflazione non riparta (cosa improbabile nel breve periodo), è difficile che l’oro possa avere grandi spunti rialzisti. La società è indubbiamente cheap, ma a nostro parere può essere un po’ prematuro aprire una scommessa rialzista sull’oro.
b. Canadian Natural Resources è impegnata nella estrazione del petrolio dale sabbie bituminose canadesi. Una volta che avrà completato il progetto Horizon, il suo free cash flow dpvrebbe quintuplicare. Ci sono rischi ecologici e rischi legati alla concorrenza di altre forme di energia (shale gas) che potrebbero deprimere i prezzi degli idrocarburi nel Nord America, ma la crescita economica mondiale inevitabilmente comporta un trend di crescita nel consumo di petrolio. Per il lungo termine, quindi, un investimento decisamente interessante.

2) Settore macchine agricole:
a. John Deere è insieme a CNH una delle aziende leader nella produzione di macchinari e trattori per l’agricoltura. Tratta a multipli molto bassi (meno di 10 volte gli utili) e quindi può essere un modo interessante per concretizzare il mega-trend della meccanizzazione dell’agricoltura dei paesi emergenti.

3) Settore alimentare:
a. Nestle: qui non sono necessari commenti. La società dovrebbe comparire in qualsiasi portafoglio azionario internazionale diversificato. Soffre per il graduale venir meno del contributo della linea “caffè” alla profittabilità, ma in un mondo sempre più attento alla qualità del cibo (si veda la ricerca spasmodica delle mamme cinesi di latte in polvere di produzione occidentale) per una multinazionale svizzera non ci dovrebbero essere problemi di crescita.

4) Settore finanziario:
a. Citigroup: la regina decaduta della borsa americana ha da tempo messo alle spalle il grosso dei problemi che l’avevano quasi portata al fallimento 5 anni fa. Se l’economia americana ritorna alla “normalità” anche per Citigroup dovrebbe essere più facile ritornare su livelli di redditualità e solidità patrimoniale più vicini a quelli pre-crisi. In caso di aumento dei tassi d’interesse, la banca dovrebbe poter beneficiare dal differenziale tra tassi attivi e tassi passivi che adesso risulta particolarmente compresso a causa del raggiungimento dello “zero lower bound”. Si tratta comunque di una posizione speculativa, perché le autorità americane potrebbero mantenere la banca sotto stretta sorveglianza per un periodo più lungo di quello atteso, impedendole una distribuzione significativa di dividendi e di buy-backs ancora per molto.
b. MetLife: per l’assicuratore USA vale un discorso analogo a quello di Citigroup.

5) Altre storie legate alla ripresa di fiducia dei consumatori:
a. General Motors: l’azienda era fallita, ma adesso grazie anche al ritorno di domanda da parte dei consumatori americani è acqua passata.
b. US Airways: la ripresa economica mondiale dovrebbe favorire la ripresa del traffico aereo nella sua componente (business) a maggior valore aggiunto.
c. Simon Property: è leader mondiale nel settore del real estate commerciale (centri commerciali, …). E’ un settore che è stato terremotato dalla crisi. Con la ripresa dei consumi si dovrebbe assistere ad una ripresa di valore anche per gli operatori che possiedono e affittano immobili ad uso commerciale.

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