LE PREVISIONI MACRO DELLA CONSOB

Non è per infierire su due bravi ricercatori, ma stavo cercando sul sito della Consob del materiale relativo all’esito della consultazione sui prodotti complessi (di cui parla Plus oggi e che ovviamente non ho trovato) e invece mi sono imbattuto in un working paper dall’ambizioso titolo “REAL-TIME EVALUATION OF GDP IN SOME EUROZONE COUNTRIES” (Quaderno di finanza n 77), pubblicato il 23 giugno 2014. Mi ha incuriosito perché da un lato non mi aspettavo che il servizio studi della Consob si dedicasse a ricerche macro. Dall’altro, la qualità dei dati italiani è così pessima che sono alla ricerca di qualunque fonte di dati possa aiutare a capire meglio la dinamica congiunturale. Purtroppo, la curiosità si è trasformata in cocente delusione perché i risultati sono disastrosi e il motivo c’è.

Come è noto, il PIL esce in ritardo. L’altro ieri è uscita la stima del PIL del secondo trimestre, quindi a distanza di più di un mese dalla chiusura del trimestre di riferimento. Le tradizionali analisi econometriche utilizzano i dati disponibili nel primo trimestre per prevedere il PIL del secondo trimestre. I ricercatori Consob invece dicono di ispirarsi alle nuove tecniche di “now-casting”, cioè all’uso di tutte le informazioni disponibili al momento della previsione, anche a quelle che sono pervenute successivamente all’uscita dell’ultimo dato di PIL.

Pur essendo stato pubblicato il 23 giugno 2014, quando erano disponibili almeno i 5/6 dell’informazione del primo semestre, nel paper si legge : ” … a) per tutti i paesi analizzati, i dati mostrano un miglioramento dei tassi di crescita del PIL nell’ultimo trimestre del 2013 e nel primo trimestre del 2014, in particolare per Germania e Italia (+0.12% e +0.28% nel Gennaio 2014, rispettivamente); b) il trend positivo dei tassi di crescita è confermato dall’indicatore di sintesi del ciclo economico (c.d. common factor) per tutti i paesi analizzati; … In conclusione, il lavoro evidenzia un trend positivo per le economie dei quattro paesi analizzati nell’ultimo trimestre del 2013 e all’inizio del 2014″. Come direbbero nei fumetti … GULP!

Il motivo di un tale disastro è semplice ed è tipico dei ricercatori italiani: l’incapacità patologica di fare ricerche sul campo e sporcarsi le mani con i dati. Una grandissima costruzione teorica poggia letteralmente sull’argilla. I ricercatori integrano le tradizionali variabili ritardate con alcuni indicatori “simultanei”: i famigerati indicatori di “fiducia” calcolati dall’ISTAT. Quegli indicatori che a giugno dello scorso anno avevano fatto registrare un balzo miracoloso nella fiducia dei consumatori italiani e che invece era frutto di un clamoroso errore statistico. Errore mai corretto e riverberatosi su tutta la catena di S.Antonio delle statistiche europee.

Se si vuole davvero misurare il polso dell’economia in tempo reale, i ricercatori dovrebbero calcolare variabili nuove, come ad esempio i pagamenti con le carte di credito, il consumo di carburante, i biglietti pagati sulle autostrade, le vendite delle catene di supermercati, il traffico di container nei porti, etc etc. Negli USA molte di queste variabili sono disponibili anche nei blog economici con al più un mese di ritardo. In Italia questi dati non sono pubblici, non si sa se qualcuno li utilizzi e di certo non sono disponibili nemmeno in forma aggregata (sottoforma di un qualche indicatore).

Da qui un consiglio per i ricercatori e una domanda per la Consob.

Il consiglio per gli econometrici della Consob è quello di spendere più energie nel raccogliere dati. Se non si estende la base dati, si finisce sempre per pestare la stessa acqua. Comunque, se non ci prova la Consob a farsi consegnare i dati dai suoi “regolati” …

La domanda per la Consob. Ma a cosa servono le stime in tempo reale del PIL ad un’autorità di regolamentazione dei mercati e di protezione del consumatore?

 

 

 

file:///C:/Users/exp386/Downloads/qdf77.pdf

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