In diverse occasioni ci si è chiesti cosa sarebbe successo se l’Italia fosse uscita dall’Euro. Sono stati sempre esercizi teorici, che lasciavano spazi aperti sia a chi sosteneva che il ritorno alla lira (e alla possibilità di svalutare) ci avrebbe tolto dalla morsa dell’austerity tedesca con benefici nel medio periodo, dall’altro a chi, invece, intravvedeva effetti nefasti.
Oggi abbiamo l’esempio reale di cosa significherebbe uscire dall’Euro. L’esempio si chiama Argentina, diverse volte portata dai sostenitori dell’Euro break up come via da seguire.
L’Argentina continua a svalutare il peso (da inizio anno oltre il 20%, ad un anno del 60%) ma i miglioramenti non si vedono, anzi. La svalutazione non solo non riesce a dar impulso all’export, ma appesantisce il conto delle importazioni portando la bilancia commerciale in profondo rosso.
Per combattere il deprezzamento valutario, la Banca Centrale è costretta a vendere dollari (ed euro) prosciugando le riserve valutarie (ridottesi del 44% nel corso degli ultimi 3 anni).
Gli effetti sono nefasti anche sul lato inflazione: secondo le statistiche ufficiali i prezzi crescono del 10.9%, ma secondo la maggior parte degli economisti indipendenti il dato reale è intorno al 30% (valore ritenuto plausibile dal FMI che ha denunciato le autorità locali per presunte irregolarità nella pubblicazione dei dati).
Le probabilità che l’Argentina dichiari bancarotta di qui ai prossimi anni sono ormai superiori all’80% (guardando l’andamento degli spread di mercato) e sarebbe la seconda volta nel giro di pochi anni.
La situazione sta diventando esplosiva anche dal punto di vista sociale, tant’è che iniziano a registrarsi numerosi blackout e saccheggi.
Quanto abbiamo detto sarebbe sufficiente a chiudere il discorso. Qualcuno però potrebbe portare esempi di paesi che sono indipendenti nelle decisioni di politica monetaria e che oggi stanno viaggiando sul sentiero della crescita virtuosa, non da ultima l’Inghilterra (il cui tasso di disoccupazione è recentemente sceso al 7.1%).
Oltre all’Atlantico, argentini e inglesi sono separati da qualcosa di ben più grande e profondo, che prende il nome di CREDIBILITA’. Sei credibile se persegui la via delle riforme strutturali, se metti ordine ai conti pubblici, in poche parole se rispetti gli impegni presi nei tempi previsti.
E a questo punto, venendo alle vicissitudini nostrane, qualcuno deve spiegarci per quale motivo l’Italia sarebbe più CREDIBILE fuori dall’Euro.
Si però svalutando…
Tasso di disoccupazione al 6,5% vs 11% italia
Crescita PIL degli ultimi 5 anni 5,2% vs -1,6% italia
Debito/PIL 45% vs 130% italia
in effetti dal 2001 in poi la svalutazione ha pagato.. e’ adesso che la strada si è fatta molto insidiosa.. in ogni caso, come abbiamo scritto, il problema vero è la credibilità.