Lux Leaks: e se fosse il segreto di Pulcinella?

La scorsa settimana è stata pubblicata dall’Espresso un’inchiesta del consorzio giornalistico internazionale International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ)

Ma di cosa stiamo parlando? In sintesi oltre 300 aziende internazionali hanno
(i) stabilito una società in Lussemburgo che ha gestito parte delle attività del gruppo;
(ii) hanno ottenuto da parte dell’autorità fiscale lussemburghese la possibilità di sapere in anticipo quale aliquota sarebbe stata applicata e
(iii) in molti casi ottenere un accordo per un’aliquota concordata, più bassa di quella standard, per un periodo limitato di tempo.

Tale pratica – nota come tax ruling – è permessa dalle norme europee e dell’OECD, ed è applicata in varie forme da altri stati europei. In Lussemburgo è stata attuata fino a qualche anno fa, ma nel corso degli ultimi anni il Lussemburgo si è progressivamente allineato agli standard di trasparenza e armonia europei ed internazionali (il segreto bancario è stato abolito, e dal 2015 ci sarà lo scambio automatico delle informazioni).

Chiariamo alcune cose. La politica fiscale di ogni paese membro dell’Unione Europea è di pertinenza di ogni singolo stato. Quello che conta in Europa è il risultato della politica fiscale, il deficit, il debito e il loro rapporto al PIL.

Ogni paese poi ha le sue caratteristiche, dotazioni e competenze sviluppate dal sistema paese. Facendo leva sulle proprie dotazioni e competenze ogni paese compete in Europa e nel mondo. Vale per il costo dell’energia o della benzina, vale per il turismo e le bellezze artistiche o architettoniche, vale per la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario.

A nessun italiano verrebbe da criticare o definire come iniquo e scorretto il fatto che in alcuni paesi il carburante costi meno. Si può solo invidiare gli sloveni che non pagano per il Vajont, i terremoto del Belice, o per le guerre in Africa.

In modo analogo un’impresa italiana può lamentarsi del fatto che in Francia l’energia costi meno che in Italia, ma non arriveremo mai a chiedere ai francesi di aumentare il prezzo dell’energia per ripristinare un level playing field con l’Italia.

Così non possiamo lamentarci se alcuni paesi (Grand Bretagna e Paesi Bassi) hanno risorse naturali che l’Italia sogna, o deliberatamente non sfrutta.

Ecco, questa è la realtà. Ogni nazione, ogni territorio e distretto, sfrutta quello che ha dalla natura o che ha sviluppato nel tempo, e cerca di farlo rendere al meglio.

Ok, ma cosa c’entra tutta questa storia con il Lussemburgo?

Alberto Forchielli (Partner fondatore e Amministratore Delegato di Mandarin Capital Partners) conosce bene il Lussemburgo per averci lavorato quando era alla BEI, e sintetizza così la questione “Il Lussemburgo ha due grandi vantaggi e li utilizza al meglio. È un Paese piccolo e con basso debito. La sua dimensione ristretta e l’elasticità delle istituzioni consente al governo un approccio amichevole e la capacità di rispondere legittimamente e alla luce del sole alle domande, altrettanto legittime, delle aziende che chiedono se è corretta l’impostazione fiscale adottata. In secondo luogo il debito pubblico basso consente di far pagare poche tasse…

L’Italia è invece l’esatto opposto. Continua Forchielli “L’Italia è un Paese estremamente punitivo, che addirittura respinge gli stranieri intenzionati a investire da noi con una burocrazia folle e multe incomprensibili all’estero. Per non parlare delle ‘stecche’ che spesso bisogna pagare per ottenere appalti o permessi. Inoltre ha tasse altissime perché dobbiamo pagare il debito pubblico e le inefficienze della pubblica amministrazione e il nostro fisco ha un atteggiamento talvolta persecutorio nei confronti delle imprese italiane.”

Ecco, si tratta di gestire al meglio le proprie risorse. alcuni paesi hanno il petrolio e gas (UK,NL), altri arte e turismo (Italia, Francia), altri basso debito, rating AAA, governo e amministrazione pubblica onesta, rapida e pragmatica (Lussemburgo). In Europa, ognuno gestisce quello che non è normato da direttive europee in modo autonomo. Sono scelte politiche. Scelta di politica interna di uno stato è favorire le imprese rispetto alle persone fisiche. Dov’è lo scandalo? Se siamo per la meritocrazia allora la dovremmo applicare ovunque, altrimenti non vale. Che l’Italia abbassi le tasse alle imprese, così si sarà finalmente costretti a riformare la P.A., a tagliare le spese che fanno la fortuna di quelle imprese che sono capaci di fare affari solo con l’amministrazione pubblica perché non sono più competitive. Occorre riformare il mercato del lavoro per premiare il merito, e smetterla con i sindacati che premiano i lavativi con la scusa di tutelare i diritti dei lavoratori. Occorre riformare il sistema giudiziario che tiene lontane le imprese e gli investitori, ma che ha fatto e fa la fortuna di generazioni di avvocati.

La risposta seria a questa storia è solo una: maggiore integrazione europea. L’esempio dell’unione bancaria mostra che se c’è volontà politica si può fare molto. Ricordiamoci che le multinazionali sono strutture sempre meno localizzabili (si guardi all’evoluzione di FIAT in FCA) e che il vero rischio é l’arbitraggio fiscale tra un’Unione Europea armonizzata e paesi extra europei più aggressivi e compiacenti. Occorre andare verso una armonizzazione internazionale, come per il segreto bancario.

Ricordiamoci tuttavia che anche uno stato federale come gli USA ha il suo piccolo Lussemburgo a due passi da Washington. Il Lussemburgo d’America si chiama Delaware.

 

Lux Leaks Pulcinella

Share Button

Rispondi