Marchionne ha presentato il piano industriale a Auburn Hills, nella seda storica della Chrysler, e una cosa l’abbiamo capita. Le balle spaziali funzionano in Italia, in America un po’ meno … Mi chiedo cosa succederà quando anche la quotazione primaria sarà spostata da Milano a NY.
La verità è che gli analisti americani hanno bocciato un piano che appare sotto molti aspetti irrealistico. Ma, quel che è peggio, nonostante tassi di crescita a 3 cifre che a mala pena accetteremmo da una internet company, la parte finanziaria continua a peggiorare fino al 2015 (debito industriale a 11 mld di euro) per poi cancellarsi nel 2018. Il tutto potrebbe avere ancora senso se la Fiat avesse continuato a rinnovare i modelli, ma dovendo partire dal tavolo da disegno … Veniamo alle cifre del piano industriale e giudicate voi.
Alfa Romeo dovrebbe quadruplicare le vendite da 74k all’anno a 400k nel 2018: una crescita incredibile se si pensa che il primo nuovo modello forse vedrà la luce nel 2015. Una bella scommessa se si pensa che il massimo che l’Alfa negli ultimi anni abbia prodotto è stato poco più di 200k vetture, fine anni ’90. E’ vero che BMW (la marca con cui noi vecchi italiani confrontavamo le Alfa) produce più di 1 milione e mezzo di autovetture, ma ne produceva già 1 milione e 200 mila nel 2006.
Maserati, partendo da una produzione di nicchia (15k), si dovrebbe spostare sul livello attuale dell’Alfa (75k). Da notare che Porsche produce 150k vetture, ma era a quota 100k già nel 2006.
Difficile da valutare gli obiettivi per Jeep: nel giro di 4 anni dovrebbe costruire e vendere 500k vetture all’anno in Asia, 200k in America Latina e 200k in Europa. Visto che in Cina la FIAT parte da zero o quasi e che l’economia sta rallentando, difficile capire come sia possibile raggiungere livelli di vendita così importanti. Lo stesso dicasi per l’Europa dove Jeep ha venduto 24k vetture nel 2013. Idem per l’America Latina dove le vendite sono a 27k.
Stranamente ragionevole (se Marchionne si decide a far uscire qualche nuovo modello che non sia l’ennesimo restyling della 500) l’obiettivo per FIAT da 1,5 milioni a 1,9 milioni. Mentre Ferrari, che è l’unica che potrebbe crescere, rimane invece ferma a 7k.
Avrà ragione l’analista Italiano (Vecchio, Mediobanca) per il quale le ambizioni del Gruppo FCA sono “challenging and risky but coherent with past performances and with the huge product offensive planned”? Ce lo auguriamo, anche perché continuiamo a considerare la FIAT (non Chrysler o Jeep) un pezzo della nostra storia. Ma ce lo auguriamo e basta. Non vorremmo che Padoan, onorato dal fatto che FIAT abbia spostato a Londra la sede e mantenuto in Italia un minimo di produzione, non voglia aiutare Marchionne a raggiungere l’obiettivo con qualche eco-bonus e/o incentivo alla rottamazione e/o trasferimenti …
caro Coffee House, grazie per lo stimolo….ma per la prima volta da quando leggo non sono in linea con la “provocazione”…..è un mondo che va a 20000 e Marchionne ha dimostrato di saper reggere questa velocità a differenza di altri che spariscono per immobilità….NOKIA p. es…..Sono curioso e pronto ad investire se veramente c’è debolezza. Segnalo che F per dimensione è veramente molto poco seguita dagli analisti internazionali (diciamolo totalmente snobbata se non da pochissimi eletti….probabilmente per il veramente la cordiale simpatia del suo Ceo) e il fatto che si siano persi tutto il movimento e abbozzino una sentenza il giorno dopo a mio avviso è poco significativo….
detto questo la cosa che mi preoccupa sul tema è la proprietà…..
Anche il cambio di sede e questo tipo di argomentazioni….a mio avviso sono fragili…vogliamo aziende che competano a livello mondiale senza scorciatoie allora dobbiamo tollerare che facciano scelte che i competitors internazionali fanno da anni…
Detto questo vi voglio bene e CONTINUATE A SCRIVERE please
Enrico