Pochi studenti hanno avuto il privilegio di frequentare un corso universitario tenuto da un premio Nobel per l’economia quale Robert Shiller, uno dei padri della finanza comportamentale e autore di libri di successo come “Irrational Exuberance” e “Finance and the Good Society”. A partire dallo scorso 17 febbraio tutto ciò è possibile restando comodamente a casa propria grazie al MOOC “Financial Markets” messo a disposizione dall’università di Yale attraverso la piattaforma Coursera.
Immaginate quanti nuovi Srinivasa Ramanujan potranno emergere, immaginate come potrebbe essere stata la vostra vita se da ragazzi aveste assistito alle lezioni di informatica di qualche campione della didattica di MIT o di Harvard, immaginate come può essere diversa la vostra vita intellettuale oggi se iniziate a coprire i grandi buchi della vostra formazione. Nel mio caso, ad esempio, ho sempre avuto il rimpianto di non capire la Teoria della Relatività di Einstein. Ci sono riuscito a 50 anni grazie ad un corso introduttivo tenuto dal miglior docente (non dal migliore scienziato) di Stanford. La mia vita è cambiata, in meglio.
Per questo abbiamo chiesto ad un amico, che mi ha introdotto al mondo MOOC, di scriverci un pezzo. Lasciamo la parola a Moreno.
Cos’è un MOOC? Com’è possibile prendervi parte?
Un MOOC – Massive Open Online Course – è un corso online destinato ad un numero illimitato di partecipanti a cui si può accedere gratuitamente tramite internet.
L’obiettivo dei MOOC è quello di mettere gli studenti virtuali in condizione di replicare a casa propria l’esperienza di un corso universitario mettendo a disposizione video, letture, codici di programmi e la possibilità di sostenere degli esami così da poter conseguire un diploma di fine corso.
I MOOC forniscono inoltre un forum attraverso il quale studenti, professori ed assistenti possono dare vita ad una comunità attraverso la quale formulare dei quesiti riguardanti i temi emersi durante le lezioni.
Anche se l’istruzione a distanza esisteva ben prima della rivoluzione digitale nella forma dei corsi per corrispondenza, i MOOC sono un fenomeno recente la cui nascita può essere fatta risalire alla primavera del 2012 quando vennero fondate le due piattaforme leader di questo settore: Coursera (www.coursera.org) – nata all’interno del dipartimento di informatica della Stanford University – e edX (www.edx.org), generata da una iniziativa congiunta del MIT e di Harvard.
Nel corso del 2013 queste istituzioni hanno conosciuto uno sviluppo vertiginoso.
Coursera ha superato i sei milioni di studenti ed offre in questo momento 610 corsi in tredici lingue diverse (538 in inglese) che coprono un’ampia varietà di aree quali: fisica, ingegneria, matematica, informatica, economia e finanza, biologia, musica, discipline umanistiche ed altri temi. Il numero di istituzioni universitarie di tutto il mondo coinvolte nella fornitura dei corsi ha superato le cento unità.
edX vanta oltre 1,6 milioni di utenti ed offre 146 corsi.
Al momento attuale non è del tutto chiaro quale sarà il modello di business che renderà economicamente sostenibile l’attività di queste piattaforme che nei primi due anni della propria esistenza sembrano essersi concentrate più sull’aumento del numero di utenti che sulla generazione di fonti di reddito.
Coursera ha ricevuto finanziamenti per oltre 80 milioni di dollari da parte di “venture capitalist” privati e della World Bank, che vede nelle piattaforme online un veicolo per promuovere l’accesso all’istruzione superiore nei paesi in via di sviluppo.
Tale piattaforma, oltre alla possibilità di accesso ai corsi gratuita che risulta sempre presente, offre anche una modalità “Signature Track” che, a fronte del pagamento di una quota di iscrizione dell’ordine dei 50 dollari, certifica l’identità dello studente nel momento in cui si affrontano esami ed esercizi.
Il potenziale di questa innovazione nel campo dell’istruzione è enorme non solo per gli studenti, che potranno affiancare i corsi online ai tradizionali corsi in aula, ma anche per gli adulti, che potranno disporre di un’intera università per ampliare le proprie conoscenze nelle aree di interesse e valorizzare il curriculum mantenendosi costantemente aggiornati. E immaginate cosa potrebbe succedere nei nostri Licei e nelle nostre Università se anche i docenti iniziassero a seguire le lezioni per capire cosa è la “didattica”.
Cari amici, è sempre un piacere leggervi!
Chissà, se un solido modello di funding privato non dovesse emergerere per sostenere nel tempo i MOOC, allora veicoli non-profit, e anche pubblici, potrebbero intervenire, una volta che le esternalità positive dei MOOC -a cominciare dalla democratizzazione dell’educazione-, saranno meglio apprezzate. Che ve ne pare?
Ciao!
Hugo