Secondo la definizione per cassa, usata da Bankit (vedi qui), nel 2014 il fabbisogno della P.A. è stato pari al 4% del PIL.
Scommettiamo che ISTAT produrrà invece un fabbisogno millimetricamente pari al 3% (pardon al 2,9% come richiesto dal Premier alcuni mesi fa), come nei passati 2 anni? La differenza tra il dato di ISTAT e quello di Bankit sta nel fatto che ISTAT ragiona per competenza e BANKIT ragione invece per cassa. I debiti pregressi della Pubblica Amministrazione, ad esempio, si riferiscono a spese fatte in passato e mai registrate nei conti pubblici. Bankit le registra nel deficit dell’anno in cui vengono pagate, ISTAT no. Un bel magheggio che la Commissione Europea con il beneplacito della Merkel (grazie Isola d’Ischia!) ci consente di fare da un paio d’anni. E chi afferma che nella professione dell’accountant non ci vuole creatività …
Il dato Bankit, che misura il deficit per cassa, è quello giusto e infatti coincide con la variazione del debito che nel 2014 (66,2 miliardi) è stato di poco superiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (65,8 miliardi). Sul fabbisogno ha inciso per 4,7 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro.
Comunque, si conferma che l’Italia non è più virtuosa in termini di deficit di Spagna e Francia.
Ovviamente il debito in rapporto al PIL non è più confrontabile con quello degli anni scorsi, a causa del ricalcolo del PIL con l’inclusione tra le altre cose dell’economia criminale. Comunuqe, stimando a cicche e spanne un nuovo PIL a fine 2014 di 1.620 mld, arriviamo ad un debito/PIL di quasi il 132% (con il vecchio PIL, saremmo probabilmente ad un deficit del 4,2% e ad un debito/PIL del 137-138%. Non male, eh?