La Camera dei Deputati ha approvato la riforma dell’anagrafe per quanto riguarda il cognome da dare ai propri figli. Se c’era una cosa semplice nella burocrazia italiana, questa era la regola dell’attribuzione del cognome. Adesso non più. Si potrà scegliere quale cognome dare, se darli entrambi e in quale ordine. Ma se non c’è accordo tra i genitori, ci penserà il Comune a metterli entrambi in ordine alfabetico. Come in pratica questo potrà avvenire, lo scopriremo in seguito; magari il caso è già contemplato nella riforma della giustizia civile del ministro Orlando.
Ma se vogliamo il caos, che il caos sia! E diciamola tutta: la legge approvata dalla Camera è retrograda perché non salvaguarda il diritto dell’individuo all’autodeterminazione della propria identità.
In primo luogo, la facoltà di modificare il proprio cognome è concessa solo all’individuo con un cognome solo (ad esempio, quello paterno), che può decidere di aggiungere l’altro (ad esempio quello materno) al raggiungimento della maggiore età. Questa è una grave limitazione della libertà individuale. Perchè chi ha due cognomi non può rinunciare ad uno dei due? Immaginatevi un povero cristo che nasce dal matrimonio del Sig. Mezzasalma e della Sig.ra Passacantando che peso è costretto a portare per tutta la vita.
In secondo luogo, le persone con due cognomi possono decidere quale dei due cognomi passare al proprio figlio. Questo è potenzialmente discriminatorio nei confronti della figura dei nonni, che è centrale nella famiglia moderna, soprattutto nella cura dei nipoti. Nella scelta del cognome devono essere coinvolti anche i nonni e la scelta deve avvenire all’unanimità. Se non si trova un accordo, vige la regola della scelta casuale. Ogni anagrafe d’Italia sarà dotata di un generatore di numeri casuali in grado di estrarre a sorte.
In terzo luogo, non si capisce perché la libertà di scelta dell’individuo debba essere limitata ad un set di due cognomi, quello del padre e quello della madre. Non c’è neanche motivo per mantenere stabile il cognome durante la propria vita. Per quale motivo limitare la libertà dell’individuo? Io sono molto diverso nei gusti e nell’identità rispetto a 20 anni fa. Non ha alcun senso continuare ad usare lo stesso nome. Se si può cambiare sesso, perché non posso cambiare cognome? Con i moderni sistemi informatici è una banalità tenere traccia dei vari cambiamenti.
Infine, scusate ma non si tutela il bambino e lo si tratta come un essere senza cervello. La legge sembra scritta da deputati che non hanno mai letto il dottor Spock e che non hanno ascoltato le parole della madre Costituente, la Ministra Boschi. Se un bambino può aiutare la ministra Boschi ed il Governo a definire le materie da studiare, per quale motivo non può dire la sua sul proprio Nome e Cognome? Personalmente, sono nato a Milano e alle Elementari ho sempre sognato di chiamarmi “Brambilla Fumagalli”, altro che questo cognome napoletano. E anche il nome non è che mi piaceva moltissimo. Avrei preferito di gran lunga chiamarmi Tarzan o Zagor. Che problema c’è? A 18 anni avrei potuto cambiare nome in Ernesto e a a 30 chissà…
Evviva la libertà!
Firmato
Giulio Cesare Alessandro Manzoni Keynes
PS il coautore del blog ha deciso di chiamarsi: Abele Rambo Zatopek Schwarzenegger