PETROLIO, RUBLO E CRISI RUSSA: LA NUOVA GUERRA SI COMBATTE SUI MERCATI

Siamo in guerra. Nessuno lo sa ma siamo in guerra. Una guerra nuova, che non si combatte con carri armati o bombe nucleari ma a suon di mazzate sui mercati.
Si, perché sono i mercati finanziari i nuovi campi di battaglia. Qualche tempo fa abbiamo illustrato la crisi ucraina e le sue derive utilizzando il teorema della rovina dello scommettitore (vedi qui).
In buona sostanza questa teoria stabilisce che  in qualsiasi  gioco probabilistico vince sempre il giocatore che è in grado di alzare sempre di più la posta. Quando abbiamo scritto quel post (settembre)  sembrava  che Putin fosse in grado di alzare la posta di più di quanto potesse fare l’occidente e ci eravamo chiesti se la NATO avrebbe mai mandato le proprie truppe in Ucraina.
Ma in realtà gli USA hanno utilizzato armi molto più potenti.
Cosa hanno fatto? Semplice, stretto accordi con i paesi amici dell’OPEC e fatto scendere il prezzo del petrolio da 90 dollari di inizio settembre a 55 di oggi (-40%).
Per una economia, quella Russa, legata per circa il 40% al prezzo del brent è davvero una bella botta. Di sicuro tale da mandarla in recessione in un battibaleno.
Conseguenza immediata  il rublo si svaluta del 75% passando da 38 a 67. Patetico il tentativo della Banca Centrale Russa di alzare i tassi dal 10.4 al 17%la scorsa notte. Il rublo si è apprezzato del 10% ma si è rimangiato tutto in qualche ora.
Meno volatile la borsa, che ha perso “solo” il 12% in un mese.
E adesso? Qui si sta giocando seriamente. In due mesi con qualche giro di click e senza usare kalashnikov si sta mandando in malora un paese. Attenzione, in questa guerra non ci sono vincitori.
A parte chi risparmia sul prezzo della benzina è  un duro colpo per tutti i paesi (Germania in testa) che hanno una quota di export importante in Russia (e pure per il neo “compagno” Salvini la sua associazione LobardiaRussia).
Inoltre duro colpo anche per gli USA dato che sotto gli 80 dollari diventa per loro diseconomico produrre shale oil e per gli altri paesi produttori.
La guerra sta continuando e vedremo se si sposterà su altri terreni. Tutto dipenderà dalle prossime mosse di Putin.

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