Ospitiamo con estremo piacere l’intervento dell’amica Alessandra che ha fatto una scelta professionale e di vita importante, come molti dei suoi colleghi. Giovane, bravissima nel suo lavoro, ha lasciato il posto sicuro in una banca internazionale per iniziare un nuovo viaggio, che speriamo la porterà lontano e che siamo sicuri aiuterà Milano e l’Italia a trovare la strada della riscossa. Quante volte abbiamo sentito dire da Draghi, da Saccomanni, dall’IMF che la chiave di volta sta nella ripresa del credito all’economia? Le banche per mille motivi, tra cui quelli regolamentari, non sono e non saranno più in grado di occupare certi segmenti di mercato, che pure sono importantissimi per il sistema Italia, basato su una fitta rete di piccole aziende, artigiani, micro-imprenditori, …. Le innovazioni stanno arrivando, tra queste i mini-bond, il crowdfunding e appunto il micro-credito.
Il microcredito nasce dalla convinzione che ci sia uno strettissimo legame tra inclusione finanziaria ed inclusione sociale; che ci sia una fetta di popolazione, considerata “non bancabile” per mancanza di garanzie reali e storico creditizio, che sia comunque meritevole di accedere al credito; che ci siano progetti di start up che, con un’adeguata valutazione di sostenibilità pre-erogazione ed un monitoraggio professionale post-erogazione, possano essere sostenibili e creare inclusione sociale (posti di lavoro e reddito per il microimprenditore). Istituzioni di microfinanza che perseguano la c.d double bottom line (impatto sociale e sostenibilità economica) rappresentano la frontiera in Europa ed in Italia: noi crediamo che un’istituzione finanziaria possa erogare microcredito (legge 141/2010 Art.111 T.U.B max. €10.000 per le famiglie e €25.000 per gli imprenditori startupper) con un modello profittevole (quindi con tassi d’interesse non agevolati, ma ponderati al rischio assunto, come da teoria economica) replicabile nello spazio e nel tempo (non dipendente da sovvenzioni pubbliche o fondi di garanzia), creando inclusione sociale e quindi impatto sociale positivo, con clienti che non hanno i requisiti per avere accesso al canale finanziario tradizionale. È una grande sfida. Essere operatori di microcredito sul campo significa essere pionieri; appassionarsi a progetti imprenditoriali; vederli prendere forma, creare ricchezza ed inclusione sociale; spendere le proprie competenze professionali e capacità umane lavorando a contatto con soggetti ritenuti finanziariamente rischiosi. Crediamo che tramite un accompagnamento professionale complementare all’erogazione del microcredito, soggetti privi di storico e garanzie reali possono superare il periodo di non bancabilità.
In Italia, con PerMicro, istituzione finanziaria specializzata in microcredito, si sta andando in questa direzione.
Noi ci crediamo.
http://permicro.it/
PerMicro.it – il microcredito in Italia
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