Inutile cercare le coperture alla manovra sull’Irpef. Non ci sono, se non forse per il 50% dell’importo da finanziare. E, a dirla tutta, non devono nemmeno esserci. Renzi aveva spiegato chiaramente che il suo obiettivo era quello di finanziare gli 80 euro/mese in deficit al fine di massimizzare l’effetto moltiplicatore sull’economia (lo abbiamo spiegato qui). Se qualcuno pensa che sia facile far cambiare idea a Renzi dovrebbe avere ormai prove sufficienti per ricredersi.
L’Europa lo ha richiamato al rispetto dei vincoli formali (l’Italia deve rimanere attorno al 2,5% di deficit per il 2014, mentre ad altri paesi, tra cui la Francia, è consentito di veleggiare verso il 4%) e lui i vincoli formali li ha rispettati, “inventandosi” coperture che non daranno i frutti annunciati.
Renzi ha infatti come obiettivo primario quello di fare ripartire la crescita in Italia. Possiamo discutere se la strada migliore sia quella di stimolare i consumi privati direttamente attraverso un “bonus” (come ha deciso di fare lui) o spendendo gli stessi soldi in investimenti, ricerca, piano casa, scuola “nuova” … (come avremmo preferito noi). Ma è indubbio che, se la maggiore spesa viene perfettamente coperta, l’effetto moltiplicativo di breve termine si azzera o quasi.
Renzi quindi ha scelto di non sfidare apertamente la UE ma di andare per la sua strada, guadagnando un anno di tempo. In questo sarà aiutato anche dalle Elezioni europee e dal conseguente rinnovo della Commissione. A cose fatte, nel 2015, si constaterà che il deficit/PIL è al 3% o giù di lì, come aveva inizialmente programmato lui, e non al 2,5% come pretende ora la Commissione. Scatteranno gravi punizioni? Non crediamo proprio, visto lo stato delle finanze pubbliche in Francia o in Spagna. I mercati puniranno l’Italia? Se lo faranno, non sarà certo per un deficit/PIL al 3%.
Per i mercati la discriminante sarà sulla crescita economica e quindi proprio sulla scommessa che Renzi sta facendo. Se l’Italia riparte, allora i mercati daranno credito a Renzi e lo spread calerà ulteriormente. Se non riparte, allora saranno guai. Ma questo a Renzi sta bene: l’importante è essere valutati per quello che si è fatto, non per quello che non si è fatto.