QUOTA 90

Nell’interessante intervento qui allegato, gli autori analizzano le ragioni del declino italiano ma non menzionano mai il debito pubblico come una delle cause della stagnazione economica sperimentata negli ultimi 20 anni. Eppure, questa è la causa principale di quella cattiva allocazione di risorse, a favore di settori che nel tempo si sono rivelati meno produttivi, che pure gli autori riconoscono essere alla base della perdita di competitività del nostro paese. Senza sposare la tesi “meccanicistica” per cui esiste una precisa quota di debito/PIL (90% in un criticato studio di Reinhart e Rogoff) oltre la quale l’economia inizia a battere in testa, sta di fatto che nel 1992 si capì che l’Italia non era più in grado di proseguire con un modello di crescita basato su spesa pubblica-inflazione-svalutazione. Questo perché il debito pubblico aveva superato da tempo quota 90 e si accingeva a raggiungere nuovi primati … da default! Le conseguenze di quelle politiche scellerate le stiamo pagando ancora adesso e l’Italia è proprio la dimostrazione più lampante della correttezza sostanziale delle tesi di Reinhart e Rogoff.

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