Sui giornali e sui blog troverete tutto su questa giornata drammatica. Noi vogliamo avanzare due osservazioni, una di sostanza e una sul mercato.
La prima è che il paese ha bisogno di riforme radicali. Le riforme radicali, non la normale manutenzione dell’impianto economico e istituzionale, richiedono coerenza. Quindi, devono essere o in senso liberale (nostra impostazione) o in senso socialdemocratico. L’approccio Monti, quello di fare una cosa sgradita alla sinistra e una sgradita alla destra, non funziona perché appunto manda a pallino la coerenza del disegno. Lo stesso vale per l’approccio cerchiobottista del governo Letta. Per fare un esempio, si stimola la crescita o con un aumento della spesa pubblica o con una riduzione delle tasse. Non si possono fare entrambe le cose. L’Italia non può permetterselo.
Noi, sul nostro blog, abbiamo avuto un atteggiamento molto critico verso il Governo Letta (e Saccomanni ci perdonerà se spesso l’abbiamo ritratto con il berretto del pasticcere), ma non era una critica personalistica. Che cosa garantisce che un governo Renzi, dovendo appoggiarsi sulla stessa maggioranza di prima, riesca ad avere un approccio coerente? Nulla. Vedremo dal programma di governo che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni quali speranze ci sono che l’Italia sia veramente davanti ad una svolta che invece solo una competizione elettorale avrebbe potuto garantire.
La seconda è la reazione del mercato. Qui, non vorremmo deludere le aspettative ma non aspettiamoci particolari reazioni da parte del mercato. Il mercato è cinico. Quando l’attenzione è su temi globali (tapering, rallentamento Cina, …), l’importante è che in Italia ci sia un governo qualsiasi che non distragga gli operatori dalle cose “serie”. Con o senza Letta, con o senza Renzi, il destino dell’Italia si decide sui tempi lunghi. L’immagine che abbiamo all’estero è quella che è. Renzi, se avesse scelto la strada anglosassone della competizione elettorale, avrebbe potuto essere considerato il Blair italiano. Così, invece, ha fatto un’operazione alla italiana e quindi l’importante è non fare casino in Europa. Se poi farà bene, il mercato si farà convincere. Per ora, rimaniamo nelle mani della Fed e della ECB.