SIAMO AL BOTTOM?

Il rialzo di Wall Street nella sera di mercoledì, quando i mercati europei erano già chiusi, fa ben sperare per le chiusure della settimana. Abbiamo raggiunto il bottom? Difficile dirlo. Il rimbalzo della borsa americana è dovuta ad una serie di fattori. In primo luogo, la altrettanto sorprendente risalita del dollaro che si è portato sopra 1,10 contro euro. Il mercato si è infatti convinto che la FED non rialzerà i tassi per tutto il 2016. Forse non ci voleva molto per convincere la Yellen, dopo il disastro degli ultimi due mesi e le continue revisioni al ribasso delle prospettive di crescita per l’economia globale e per gli stessi USA. Ma, dopo i dati sulle aspettative dei direttori d’acquisto del settore dei servizi pubblicati in mattinata, è evidente che la FED ha adesso tutte le giustificazioni necessarie per rimanere alla finestra e non toccare ancora per qualche mese la leva dei tassi.
In secondo luogo, il rimbalzo del prezzo del petrolio. Questo potrebbe essere in parte il risultato del deprezzamento del dollaro, ma c’è qualcosa di più. I colloqui tra produttori OPEC e non OPEC magari non porteranno ad alcuna mossa concreta nell’immediato, ma sono il segnale che ulteriori deterioramenti potrebbero trovare una risposta internazionale. E che forse si stanno mettendo i semi per qualche accordo di più lungo termine per arrivare ad un mercato del petrolio più ordinato e meno casino-like. Infine, il prezzo delle materie prime è da un pò di settimane che si sta stabilizzando e, anche se marginalmente, recuperando terreno. Nel grafico in evidenza, l’andamento dell’indice delle materie prime industriali nel corso dell’ultimo anno e da cui si evince l’andamento di ripresa dei prezzi dopo il fosso registrato nel III trimestre dello scorso anno.
commodities
Infine, notiamo come il costo della protezione da ulteriori ribassi (come misurata dall’indice VIX) si stia stabilizzando nella parte bassa della fascia 20%-30%. Siamo sempre su livelli da allarme rosso, ma per fortuna ci stiamo allontanando dal limite del 30%, che segnala il timore di eventi estremi come, in passato, il crack Lehman o la crisi del debito sovrano in Europa.
vix

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