TAPERING: UN ESEMPIO DI COME LA FED SIA DI FATTO LA BANCA CENTRALE MONDIALE

Lo ammetto, la prima volta che ho sentito parlare di “tapering” riferito a qualcosa che non si riferisse all’ambito sportivo sono andato nel pallone: per un momento ho pensato che Bernanke stesse per partecipare ad maratona (in gergo sportivo, il “tapering” si riferisce al periodo di “scarico” prima di una gara).

E invece semplicemente si stava preparando a diminuire l’entità degli stimoli di politica monetaria (il Quantitative Easying iniziato ormai 5 anni fa).

Era fine maggio, il caldo estivo era alle porte e questa notizia arrivò come una doccia fredda per i mercati.

Se interpretiamo il Quantitative Easying (QE) come una “medicina ”, di quelle che si danno ai malati terminali (dato che per QE si intendono misure NON convenzionali), il fatto che se ne riduca il dosaggio non mi sembrava così negativo, anzi. Dosi eccessive e continuate portano alla morte per overdose, quindi meglio fermarsi prima. Il paziente si stava riprendendo (i principali indicatori macro segnavano un inizio di ripresa piuttosto stolido) quindi mi sarei stupito del contrario.

Senza far nulla, solo con un annuncio, abbiamo assistito a:

– Tassi di interesse americani in rialzo soprattutto sulla parte medio/lunga (3 anni in su, parliamo di uno 0.80%);

– Riduzione degli eccessi causati dalla troppa liquidità;

– Mercati emergenti (azioni, obbligazioni e valute) in grossa difficoltà, in particolare quelli più liquidi (presi di mira inizialmente) e con sbilanci esterni (presi di mira in un secondo momento).

L’estate è passata al ritimo di “Get Lucky” dei Daft Punk e tutto sommato in modo abbastanza tranquillo sui mercati (se si escludono le vicende siriane), tanto tutti aspettavano settembre: il mese in cui la FED avrebbe annunciato l’entità del tapering e la Germania sarebbe andata alle urne.

Il 18 settembre, quando tutti si aspettavano che la FED si pronunciasse, ecco la nuova sorpresa. Nessun tapering per il momento, continuiamo con l’attuale somministrazione. Il mio umore era in contrasto con il verde speranza che vedevo sui monitor. Mercati EUFORICI per una dose in più. Dato che ho il massimo rispetto per le reazioni del mercato, ho cercato di capire meglio. Si è trattato di un vero passo indietro?

In realtà era bastato il solo “effetto annuncio” per sgonfiare l’eccesso di euforia che si stava accumulando (il mercato azionario era in un rally ininterrotto dal novembre 2012) e per riequilibrare i mercati emergenti (ad una analisi approfondita alla fine i più penalizzati son stati quelli meno virtuosi). Inoltre l’inflazione (rimasta sotto target) non era un problema, quindi perché iniziare a stringer i cordoni? Rischiare di bruciare la ripresa del mercato immobiliare? Rischiare di svegliar il malato troppo bruscamente rischiando una ricaduta? Manco per sogno.

Quindi tutto torna. O quasi. Resta da capire cosa succederà in Europa (pensate mica che gli effetti di quello che decide la FED restino limitati oltreocenano)?

Dopo l’annuncio del no-taper l’euro si è apprezzato e non di poco (siamo 1.35, livello che prima dell’estate da alcuni era indicato come la “soglia del dolore”) e quindi… Qunidi la BCE dovrà dire qualcosa per evitare un apprezzamento eccessivo dell’euro e per far si che la ripresina (trainata in particolare dell’esportazioni) non si risolva in un fuoco di paglia. Ma dire cosa? Magari tirar fuori dal cassetto quelle misure che avevano prospettato per dimunurie il credit crunch, che adesso, dopo aver passato le elezioni tedesche, potrebbero magicamente tornare di attualità. Per il momento Draghi ha detto che di alzar i tassi proprio non ne vuol sentir parlare.

E in Italia? Mettiamola così. Probabilmente in questi mesi i mercati hanno avuto altro a cui pensare e i BTP si sono agganciati al traino (nelle ultime due settimane i rendimenti son scesi di circa lo 0.30%) nonostante le vicissitudini nostrane (tranquillamente ignorate dai grossi investitori). Siamo ancora nel periodo di inizio scuola, ancora ci raccontiamo di come sono andate le vacanze, si riprende a fatica a studiare. Qualche studente un po’ somarello ha approfittato della pausa estiva per far bene i compiti e a novembre, quando inizieranno i primi esami, almeno darà l’impressione di aver fatto qualcosa e un 6 stiracchiato per l’impegno riuscirà a strapparlo. Chi invece ha perso tempo sarà bastonato per bene, magari umiliato con l’appoggio di un tutore esterno. A buon intenditor….

Share Button
Visited 97 times, 1 visit(s) today

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *