Non è servito neanche l’appello del trivellatore nazionale, alias Rocco Siffredi, a far muovere le chiappe alla mandria di astenuti.
Magari tanti di questi avevano scritto di tutto e di piu’ sull’argomento, pensando che quanto espresso su Facebook contasse come voto.
Invece non conta una beatissima fava. Quello che conta è che alla fine questo referedum ha avuto un solo risultato: quello di mettere in evidenza le nostre incapacita’.
E’ evidente che la questione delle concessioni poteva esser risolta benissimo da Governo e opposizione. Si trattava di trovare un accordo su temi pratici (durata delle licenze, smaltimento piattaforme al termine dell’utilizzo, etc), ma anzichè discutere su soluzioni di buon senso (avvalendosi anche del supporto di geologi e tecnici in generale) si e’ deciso di lasciar la palla in mano agli elettori, con il fine molto chiaro di strumentalizzare il voto.
Quindi, se si fosse raggiunto il quorum e avesse vinto il SI, piu’ che alle trivelle si sarebbe pensato alle elezioni anticipate. COn il NO o quorum non raggiunto, un bel CIAONE all’opposizione.
E cosa fa in questa situazione l’italiano medio? Prende in mano la situazione e dimostra a chi ci rappresenta che non e’ degno di farlo? Decide di fare quello che un CITTADINO dovrebbe fare, ossia esercitare quello che non solo e’ un suo diritto ma anche un suo DOVERE?
Manco per sbaglio. Come nella miglior tradizione MACCIOCAPATONDIANA partecipa con fervore da tronista alle discussioni sull’argomento, ma quando si tratta di prendere documento di identita’ e andare al seggio, la sua testa si anima di un solo pensiero:
“ammecheccazzmenefregaeame, tanto io c’ho il diesel”…