TWITTER e LA FED 2.0

Twitter si quoterà, probabilmente già la prossima settimana, con il simbolo TWTR. Un altro grande nome della rivoluzione 2.0 che “goes public”: ragazzi smart, informali, venuti dal nulla che diventano miliardari. Ci sarebbe da festeggiare e essere felici per l’insuperabile capacità del capitalismo americano di rigenerarsi, di realizzare con i fatti la meritocrazie e far funzionare l’ascensore sociale. Ma per chi ha almeno 35 anni e ha vissuto in prima persona l’ultima bolla Internet, giocando in Borsa e pensando di essere diventato il nuovo Gordon Gekko (vi ricordate TISCALI, SEAT PG, POLIGRAFICHE SAN FAUSTINO, … ?) c’è qualcosa che non torna e che guasta il clima di festa.

L’ultima volta che si è quotato un gigante dei social media, 18 mesi fa circa, per gli investitori sono stati cavoli amari. Facebook ha perso nel giro di poche settimane quasi il 50% del suo valore e solo da poco ha recuperato i prezzi dell’IPO.

Questa volta, Twitter dovrebbe raccogliere circa $1bn di denaro fresco su una valutazione complessiva della società superiore a $10bn (un pò troppo squeezed e da bolla .com)

Qualche dato: Twitter, fondata 8 anni fa, ha riportato 232 mln di utenti e un fatturato pari a $168.6 mln nel terzo trimestre. Però, le perdite nette nel trimestre sono state pari a $64.6 mln, dovute a spese marketing per promozione della piattaforma di pubblicità. La società ha perso $80 mln nel 2012 e $69.3 mln nel primo semestre del 2013.

Beh, che dire … per chi vuole giocare alla roulette: un grandissimo in bocca al lupo. Per chi si accontenta di raccogliere segnali: sarà un test importantissimo per vedere se la FED, con la sua politica monetaria 2.0, stia riuscendo a replicare la grande bolla del .com!

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Un pensiero su “TWITTER e LA FED 2.0

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