Le elezioni tedesche hanno confermato la Merkel con un grande risultato: con il 41,5% la CDU/CSU supera per la prima volta da 20 anni la soglia del 40% e si accinge a conquistare da sola la quasi maggioranza in Parlamento (in parlamento: 311 seggi su 630, -5 da maggioranza assoluta). Visto che i “mercati” sono prudenti e spesso preferiscono la vecchia via alla nuova, per quale motivo stamattina le Borse non hanno festeggiato? In realtà, il successo spettacolare della Merkel oscura un quadro in cui rimangono parecchi punti da chiarire.
Innanzitutto, la Merkel è andata vicinissima alla maggioranza assoluta dei seggi ma non l’ha raggiunta. Quindi, sarà necessario formare una coalizione. Le opzioni aperte sono due: o con l’SPD (25,7% dei voti, 30,4% dei seggi) o con i Verdi (8,4% voti, 10% seggi). Starà alla Merkel fare la prima mossa e non sarà affatto facile. La coalizione CDU+SPD avrebbe una maggioranza bulgara in Parlamento, quasi l’80% dei voti. Ma a cosa serve una maggioranza così ampia se non ci sono situazioni di gravità assoluta? E, soprattutto, quale è l’interesse dell’SPD nell’accettare una Grande Coalizione? Come si può notare nella tabella sottostante, dove ho riportato i risultati delle ultime 3 elezioni, dopo l’esperienza della prima Grande Coalizione (quella del 2005-2009), l’SPD tracollò e perse 11% di consenso, che non ha più recuperato. E’ evidente che l’SPD cercherà questa volta di ottenere il massimo possibile e bisognerà vedere se la Merkel lo concederà. Potrebbe quindi essere molto più probabile una coalizione con i Verdi. Sul tema dell’ecosostenibiltà la Merkel potrebbe concedere molto (ha già provveduto dopo Fukushima a decretare l’uscita dal nucleare) e sarebbe un win-win: la probabile crescita elettorale dei Verdi alle prossime elezioni del 2017 non impensierirebbe certo la CDU e potrebbe mangiare un po’ di voti all’altrettanto probabile rimonta dell’SPD che, rimanendo l’unico grande partito di opposizione, potrebbe raccogliere l’inevitabile aumento dei delusi, anche del centro destra, dopo tre mandati di fila della Merkel. Quindi, se non lo si fosse già capito, io scommetto più su CDU+Green che non su CDU+SPD.
In secondo luogo, dietro il risultato spettacolare della Merkel, si nasconde un terremoto politico. L’FDP, dopo 60 anni di presenza parlamentare, sparisce. L’FDP occupava un ruolo importante nella strategia politica della Merkel. Essendo alla destra della CDU, consentiva a quest’ultima di giocare il ruolo centrale. Ma adesso che a destra non c’è più nessuno, come fa la Merkel ad occupare sia il centro sia la destra? E, allo stesso tempo, c’è il rischio che l’FDP possa spostarsi su posizioni vicine all’AfD. Se la CDU abbandonasse lo spazio politico a destra per 4 anni, il rischio è di perdere una fetta importante di consensi e allora sì che nel 2017 una forte rappresentanza anti-europeista potrebbe fare il proprio ingresso in Parlamento.
In terzo luogo, è vero che l’AfD non ce l’ha fatta ad entrare nel Parlamento, ma ha pur sempre raccolto il 4,7% dei consensi. Il che non è affatto male per un partito nato pochi mesi fa, in un paese come la Germania, dove la situazione economica è la più florida che si possa ricordare a memoria d’uomo (o quasi). Parlare di disfatta degli anti-europeisti è inappropriato. I sondaggi davano l’AfD al 2% circa e quindi il “mercato” scontava che non ce l’avrebbe fatta ad entrare in Parlamento. Essere arrivati ad un soffio dal 5% è un grosso risultato e temo che indichi all’FDP la via da percorrere per evitare che il Purgatorio si trasformi in Inferno.
Riassumendo, il risultato finale delle elezioni tedesche è un po’ meno favorevole all’Europa di quanto non lo sarebbe stato se l’FDP fosse sopravvissuta. Certo, sarebbe anche potuto accadere che l’AfD entrasse a scapito dell’FDP, ma quello sarebbe stato un vero disastro. Però, il fatto di averlo evitato per un soffio ha creato un problema: adesso i mercati hanno visto la possibilità che accada e ne terranno conto, anche se con probabilità basse, nell’immaginare scenari a medio/lungo termine, determinando un rialzo, seppure lieve, del premio al rischio.